Coronavirus, Lombardia allo stremo tra mascherine “inutili” e la scarsità di posti in terapia intensiva

Pandemia COVID-19 – La Lombardia con oltre 10mila contagi e centinaia di vittime è ad oggi la regione italiana maggiormente colpita dal nuovo coronavirus. Condizione questa che giorno dopo giorno sta mettendo in ginocchio il sistema sanitario regionale. Infermieri e dottori sono costretti a lavorare su turni infiniti ed estenuanti, mentre strutturalmente la regione si trova a fronteggiare due problemi oltremodo importanti e delicati.

Lombardia, coronavirus: mascherine poche e inadeguate.

La prima riguarda le mascherine inviate dalla Protezione Civile, dopo che l’ente ha espletato una procedura d’urgenza. Per l’assessore al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera, i presidi sono di qualità così scadente, al punto da averle ritenute più adatte a spolverare che a proteggere. «Non sono idonee a proteggere il personale sanitario, non buttiamo nulla in Lombardia, ma al massimo servono a qualche volontario che va a fare la spesa per qualche anziano» ha aggiunto Gallera. Infatti, il personale sanitario si è rifiutato di indossarle in quanto non omologate agli standard necessari per poter operare fra le corsie ospedaliere.

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Se si osservano attentamente tali dispositivi di protezione, è facile intuire le ragioni de rifiuto: mancano gli elastici intorno alla bocca, si attaccano alle orecchie non con dei lacci ma grazie a dei fori, si spostano facilmente, devono essere tenute vicino alla bocca.Nel frattempo, la giunta lombarda si è messa in contatto con diverse aziende locali produttrici di mascherine, al fine di reperirne il maggior numero possibile.

Allo stesso tempo, si sta provando a capire se la Germania attiverà l’export verso la regione oppure manterrà i dispositivi disponibili al solo mercato interno. Purtroppo, il problema riguardante questi articoli è presente a livello nazionale, perché, come sottolinea il capo della Protezione Civile Borrelli, la produzione di mascherine e dispositivi di protezione individuale è stata abbandonata dalle imprese italiane poiché era ritenuta poco redditizia.

Lombardia, possibili capannoni come ospedali d’emergenza.

Il secondo problema per la Regione, decisamente più serio rispetto al precedente, è il fatto che iniziano a scarseggiare i posti letto disponibili in terapia intensiva. Per questa ragione, è stato stilato un progetto per un ospedale d’emergenza adoperando due capannoni della Fiera di Milano, dove occorrono però sia macchinari di ventilazione ai polmoni che respiratori, indispensabili per l’avvio di tali strutture. Per i respiratori, avrebbe dato la propria disponibilità un imprenditore italiano, la cui volontà sarà definita  entro la giornata di oggi, ha dichiarato il governatore Fontana ai microfoni di Sky Tg24. Nel frattempo che il progetto è in fase di allestimento, sono stati comunque recuperati con successo oltre 300 posti letto dai reparti di rianimazione. #iorestoacasa