Dopo la sconfitta alle Elezioni, quale destino attende il Partito Democratico?

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Partito Democratico

Il Partito Democratico dopo la sonora sconfitta registrata nell’ultimo elezioni politiche si trova trova di fronte an un bivio, e mai come in questa fase regna una totale confusione nel gruppo dirigente nazionale del partito. L’appoggio o meno di un eventuale Governo guidato da quel Luigi Di Maio che tanto ha contrastato il PD sopratutto durante la fase del “Renzismo”.

Ad oggi il partito sempre ancora una volta senza una chiara linea da politica da seguire  i renziani della prima ora sono per una opposizione ferma senza dialogo e senza sconti ai Cinque Stelle e alla Lega di Matteo Salvini allo scopo di recuperare consensi e simpatie in quella parte dell’elettorato che il 4 marzo è scappato via.

Mentre altri autorevoli esponenti della minoranza del partito, come Gianni Cuperlo e sopratutto Michele Emiliano, negli ultimi giorni hanno auspicato è proposto una alleanza di tipo programmatico con i vincitori , per fare quelle riforme che servono al paese, e per svolgere un ruolo centrale è determinante nelle scenario politico ed istituzionale.

Per ora queste due posizioni del PD non hanno ancora trovato una sintesi , ma urge decidere presto , perché il partito potrebbe subire una ulteriore fuga di elettori e di consensi se si dovesse andare al voto anticipato nel prossimo autunno. Dunque che fine farà il Pd se dovesse collocarsi all’opposizione? Che fine farà il Pd se Cinque Stelle e Lega dovessero fare quelle 2 o 3 riforme che servono al paese ?.

Il Partito Democratico escluso dalle decisioni importanti per il paese?

Il Partito Democratico rischia di rimanere irrilevante e ai margini rispetto agli eventi e agli scenari istituzionali , e la stessa reggenza affidata al ministro Martina sembra essere molto debole , poco autorevole e senza una precisa strategia e visione politica chiara e netta. Sono lontani i tempi in cui nel 2008 il Partito Democratico di Veltroni e la sua vocazione maggioritaria conquistava 12 milioni di voti nel paese, nonostante la sconfitta alle urne contro Silvio Berlusconi, e ovviamente sono lontani i consensi ricevuti alle elezioni Europee del 2014 sull’onda degli illusori 80 euro in busta paga.

Il Partito Democratico, mai come in questo momento rischia di implodere e di rimanere minoranza a vita se non cambia rotta, come lo stesso Veltroni ha auspicato qualche giorno fa – “La sinistra senza popolo non esiste, la sinistra deve stare dove esiste il bisogno , la sofferenza , l’emarginazione e la povertà, li deve andare e stare la sinistra , la sinistra deve stare al servizio dei più deboli o sinistra non è “- ha dichiarato Veltroni preoccupato dalla fuga degli elettorali verso il Movimento Cinque Stelle.

Infine possiamo legittimamente affermare come al nostro paese serve come il pane un partito socialdemocratico progressista che sappia effettivamente rispondere alle esigenze dei ceti popolari e meno abbienti , il Partito Democratico forse ha ancora una piccola e residua possibilità di rappresentare questi ceti sociali più bisognosi di sostegno, e al tempo stesso può svolgere ancora un ruolo decisivo nella politica italiana, ma questo può avvenire solo se il futuro gruppo dirigente abbandoni per sempre non solo la vocazione maggioritaria, ma l’approccio arrogante , classista e senza ideali che ha caratterizzato la breve e fallimentare stagione del “Renzismo” nel nostro paese.