Obesità e bambini, Oms: eliminare pubblicità cibo spazzatura da internet

Oms: "Bimbi bombardati dal marketing digitale sui cibi poco sani. Servono leggi"

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E’ arrivato il momento di dire basta al cibo spazzatura che possono danneggiare la salute dei bambini. L’allarme è stato lanciato dall’Oms che in un nuovo report ha deciso di mettere fine a tutti gli spot pubblicitari che bombardano continuamente i minori, condizionandoli pesantemente sul modo di alimentarsi.

Siamo invasi dalle pubblicità sul cibo spazzatura, praticamente la troviamo ovunque, dai classici anche se obsoleti cartelloni pubblicitari stradali, al continuo bombardamento televisivo. Una strategia subdola quanto efficace per arrivare ad imbrigliare soprattutto le menti golose dei più deboli, ovvero i bambini.

Oggi favoriti anche da televisioni con immagini sempre più pulite, perfette, colorate, il marketing ha assunto un valore decisamente importante. E’ molto difficile non rimanere impressionati “positivamente” quando in televisione ci viene mostrato un panino di questa o quella multinazionale, sembrano cosi reali che quasi viene voglia di allungare la mano per prenderlo. Oltretutto queste pubblicità hanno assunto un tono quasi di aggressione, spesso con slogan che tentano di farci sentire in colpa, dunque il bambino si sente quasi in dovere di dover fare i capricci per essere accontentato dai genitori.

Pubblicità cibo spazzatura ovunque.

Il termine cibo spazzatura è stato utilizzato per la prima volta nel 1972 da Michael F. Jacobson per indicare una tipologia di cibo considerato malsano a causa del suo bassissimo valore nutrizionale e la ricchezza di grassi o zuccheri. Riconducibili a questa tipologia di alimenti troviamo: hamburger, hot dog, patate fritte e bibite. Le malattie più comuni verso cui conduce l’uso dei cibi spazzatura sono l’obesità, il diabete, malattie cardiovascolari, alcuni tipi di cancro, depressione, ecc.

Quali effetti sulla salute?

Uno studio condotto da Paul Johnson e Paul Kenny dello Scripps Research Institute nel 2008 ha suggerito che il consumo di cibo spazzatura alteri l’attività cerebrale in modo simile a quello provocato dalle sostanze stupefacenti quali la cocaina o l’eroina.

Dopo molte settimane di uso abbondante di cibo spazzatura si è notato che la parte del cervello di ratto destinata alle stimolazioni del piacere è diventato insensibile richiedendo quantità sempre maggiori di cibo per ritornare sensibile.Nel 2007 il British Journal of Nutrition ha pubblicato uno studio secondo il quale le madri che mangiano cibo spazzatura durante la gravidanza aumentano la probabilità di malattie nei figl. Un articolo simile del 2008 suggerisce che le madri che mangiano cibo spazzatura durante la gravidanza o in allattamento hanno figli che sono più inclini all’obesità. I bambini sono anche più inclini a diabete, al colesterolo e problematiche riguardanti la circolazione.

Junk Food o cibo spazzatura sempre più presente negli smartphone.

Il problema delle pubblicità aggressive tuttavia si sta allargando a macchia d’olio, con l’avanzare dei Social Network e la diffusione degli smartphone il fenomeno ha assunto proporzioni importanti. I primi responsabili come al solito sono i genitori, oggi è molto facile trovare bambini di 10 anni, spesso anche meno, con uno smartphone tra le mani. Strumento perfetto per intrappolare la mente dei più sensibili. Mentre si gioca, si naviga in internet, si guarda un video su youtube, ecco che arriva questa o quella pubblicità invasiva che tratta cibo spazzatura. Proponendo alimenti ricchi di zuccheri, sale, grassi e bevande non alcoliche, ma piene di zuccheri.come può un bambino non rimanerne impressionato e desideroso? Impossibile!

bambini-obesi

OMS: gli stati devono regolare il fenomeno, con leggi e sanzioni

Per porre rimedio al problema, è scesa in campo l’OMS, l’organizzazione mondiale della sanità ha deciso di intervenire, soprattutto per difendere quei soggetti più vulnerabili, i bambini. Oggi l’Europa assomiglia sempre di più agli Stati Uniti, il fenomeno dei bambini obesi o in sovrappeso è in costante aumento, con tutti i rischi possibili per la salute.

Sapevate ad esempio l’esistenza degli Advergames alimentari? Probabilmente no, sono dei giochini per smartphone, gratis, che hanno come protagonisti degli alimenti, spesso legati a famosi marchi oggi in commercio, tali giochi spesso offrono dei “premi”, raggiunti gli stessi, magari si vince un codice sconto per mangiarsi del cibo spazzatura alla metà del prezzo!. Insomma, oggi è veramente molto difficile rimanere alla larga d queste “trappole”, lo è ancor di più quando il controllo dei genitori sui propri figli è molto limitato.

Tuttavia dove non arrivano i genitori, ci pensa L’OMS, attraverso un documento di 40 pagine ha spiegato tutte le misure che gli Stati devono porre in atto per proteggere i minori dal marketing digitale. Tutti i prodotti alimentari, squilibrati nutrizionalmente e dannosi per la salute devono essere soggetti a sanzioni importanti, anche a carattere economico. Bisogna inoltre regolamentare questo tipo di pubblicità, in modo da non risultare ingannevoli o “adescatrici” per i minori. Serve ogni tipo di legge per proteggere i bambini ed estendere qualunque tipo di protezione già esistente anche alle attività online. E poi devono essere gli Stati, avverte l’Oms, e non le aziende, a definire i parametri di marketing per i bambini, così come l’età legale per permettere di usarli come referenti per qualunque tipo di marketing.

Eliminare le pubblicità invasive online

Infine l’Oms chiede maggiori regole per il web, imporre alle piattaforme private di rimuovere ogni forma di pubblicità di alimenti considerati a rischio della salute per i minori. Non sarà la soluzione definitiva, ma quantomeno un modo importante quanto efficace per non influenzare più un modello alimentare errato nei bambini.
“Più del 60 per cento dei bambini che è in sovrappeso prima della pubertà – ha precisato Gauden Galea, direttore della divisione malattie non trasmissibili e promozione della Salute all’Oms/Europa –  resterà in sovrappeso anche da giovane e si stima che in Europa circa il 25 per cento dei bambini in età scolare sia già sovrappeso o obeso. Un fattore chiave per malattie cardiovascolari, cancro e diabete”.

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