Sono molte le mode negative lanciate o comunque esplose sui social network: tematiche, esperienze, passioni, che un tempo erano relegate solo a nicchie di persone, oggi, grazie o a causa dei social, sono diventate pane quotidiano. A finire nel tritacarne della mondanità ossessiva è toccato anche ai tatuaggi e ai piercing.
Pratiche che un tempo erano indirizzate ad una cerchia piuttosto ristretta di persone, oggi sono diventate mode da sfoggiare in primo piano su facebook, in cerca del solito onnipresente like di consenso.
Il maggiore impatto sociale negli ultimi anni lo hanno avuto in maniera particolare i Tattoo, una moda ormai sdoganata, grazie anche a prezzi accessibili, oggi sono praticamente alla portata di tutti. Fin quando è un discorso legato a persone maggiorenni, tutto diventa piuttosto soggettivo, ognuno ha il diritto di esprimere la propria personalità “bucandosi” la lingua con un piercing o tatuandosi il nome del fidanzato sulla schiena. Il problema sorge quando ad essere tatuati sono i minori, spesso bambini.
Chiaramente le colpe di questa spiacevole mania ricadono sui genitori 2.0, giovani donne e uomini che essendo nati con l’espansione del web ne sono rimaste vittime inconsapevoli. Il fenomeno è esploso negli ultimi anni nel nord Europa ed in America, ma sempre più prepotentemente si sta affacciando anche nel bel paese. L’allarme è stato lanciato dall’autorevole Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, secondo cui oggi, i tatuaggi e i piercing iniziano a partire dai 5 anni.
Tattoo e Piercing ai minori? Messaggio diseducativo!
Piercing e tatuaggi, un tema controverso per adolescenti e genitori. Ma anche per gli insegnanti, che rispetto al tema si trovano in una posizione scomoda: spesso, infatti, non hanno vere risposte da offrire ai ragazzi. In queste pagine, gli esperti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù forniscono alcune indicazioni, come per esempio mettere in guardia dai rischi clinici che possono insorgere in caso di mancato rispetto di cautele e norme igieniche elementari. La moda del piercing coinvolge circa il 30% dei giovani europei. In Italia emerge che circa il 20,3% dei ragazzi di età compresa tra i 12 e i 18 anni ha applicato un piercing, con maggiore incidenza nel sesso femminile (Indagine Eurispes su 3800 ragazzi).
In questo numero di “A scuola di salute” si ripercorre la storia del tatuaggio e del piercing – entrambe pratiche antichissime – con approfondimenti sul perché gli adolescenti scelgono di ‘colorare’ e ‘decorare’ il proprio corpo. Particolare attenzione è stata data ai rischi clinici e alle motivazioni psicologiche. Con tatuaggi e piercing si possono trasmettere infatti infezioni batteriche sulla pelle, che a volte possono entrare nel sangue e coinvolgere perfino il cuore. Si possono trasmettere anche i virus dell’epatite B e C e, in misura minore, anche il virus dell’Aids.
Anche gli inchiostri utilizzati per il tatuaggio e i metalli per il piercing possono rappresentare un problema. Per esempio l’henné nero, ottenuto attraverso un composto molto pericoloso come la parafenilendiamina (PPD), può provocare allergie temibili.