Per il Comune di Avellino rischio default; effetti e conseguenze

Il giorno di Hallowen non e’ bastato a esorcizzare i morti per il Comune di Avellino. La Giunta ha approvato la procedura di dissesto per l’Ente comunale che non riesce piu’ a far fronte alle spese correnti.

Si era ipotizzata un fase di predissesto che prevedeva un piano di rientro (con mutuo di quindici o venti anni), ed era questa la tesi sostenuta dal ragioniere capo Gianluigi Marotta. Ma la Giunta non se l’e’ sentita di rimandare alle calende greche la grave situazione dell’Ente, che di sicuro non potra’ risolversi nell’arco temporale di questa legislatura.

La situazione debitoria del Comune consta di un debito complessivo che ad oggi ammonta a 134 milioni, di cui 50 riguardano le spese correnti; vi e’ poi il contenzioso valutabile in 20 milioni di euro e crediti di dubbia esigibilita’ per 51 milioni. La procedura del predissesto potrebbe essere tentata ma, se la stessa servisse solo a procrastinare di due o tre anni e ad aggravare l’attuale situazione debitoria, non si farebbe il bene della citta’.

Questo il pensiero e la logica che ha condotto la Giunta a votare da subito la situazione di dissesto. Ora l’iter prevede che il testo debba essere analizzato entro venti giorni dai Revisori dei Conti e dalla Commissione Bilancio. Infine la situazione sara’ valutata dal Consiglio Comunale che si prendera’ la responsabilta’ di confermare o meno il deliberato della Giunta, cioe’ se acconsentire o meno alla procedura di default.

Ma questa non e’ la sola nube che si addensa nei cieli di Avellino. Intanto potrebbe contemporaneamente essere votata la sfiducia alla corrente Amministrazione pentastellata, ed in tal caso il fallimento sarebbe anche politico! Quali le prospettive immediate per la citta? Tutt’altro che rosee! Una volta dichiarato il default sarebbe nominato un Commissario per la gestione corrente, le cui spese saranno da ridurre al minimo e nel contempo la tassazione per i cittadini salirebbe ai massimi livelli.

Sul piano finanziario l’Ente non potra’ contrarre mutui e quindi metter in cantiere nuove opere, mentre i pignoramenti non vincoleranno piu’ l’Ente ed i crediti nei confronti dello stesso cesseranno di produrre interessi e non saranno soggetti a rivalutazione monetaria. Sul piano delle responsabilita’penali se la Corte dei Conti riconoscesse dolo o colpa grave ne avranno conseguenza gli amministratori che hanno operato nel quinquennio precedente.

Sul piano sociale, date le ristrettezze economiche, sara’ rideterminata la dotazione organica, collocando in disponibilita’ il personale in esubero. Le spese per gli incarichi a tempo determinato dovrebbero essere ridotte fino al 50%, mentre casseranno gli incarichi dirigenziali che godono di elevati trattamenti economici.

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