Mario Draghi accetta l’incarico da Premier. Ecco la lista dei ministri

Rappresentati tutti i partiti a sostegno del governo

Mario Draghi accetta l’incarico da Premier. Ecco la lista dei ministri

Mario Draghi ha sciolto la riserva e ha accettato in via definitiva il mandato da Presidente del Consiglio dei Ministri, conferito dal Presidente della Repubblica Mattarella lo scorso 3 febbraio.

Dopo le dichiarazioni del segretario generale del Quirinale, Ugo Zampetti, che comunica la piena accettazione dell’incarico da parte di Draghi, il neo-premier parla alla stampa qualche minuto dopo, per comunicare la lista dei ministri, membri del suo esecutivo. Il giuramento del nuovo governo è fissato domani alle 12 presso il palazzo del Quirinale.

Significativa è la riattribuzione di competenze all’interno della compagine di governo. Il turismo tornerà di nuovo a costituire un ministero con portafoglio, sotto la guida del leghista Massimo Garavaglia, che per il momento avrà la semplice delega politica. In più, al Ministero per la Transizione Ecologica – nuova denominazione per il Ministero per l’Ambiente – verranno aggiunte le competenze in materia energetica, fino ad ora proprie del Ministero dello Sviluppo Economico.

Ministri con portafoglio

  • Roberto Garofoli (tecnico) – proposta come sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri
  • Luigi Di Maio (M5S) – Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale
  • Luciana La Morgese (tecnica) – Ministro degli Interni
  • Marta Cartabia (tecnica) – Ministro della Giustizia
  • Lorenzo Guerini (PD) – Ministro della Difesa
  • Daniele Franco (tecnico) – Ministro dell’Economia e delle Finanze
  • Giancarlo Giorgetti (Lega) – Ministro dello Sviluppo Economico
  • Stefano Patuanelli (M5S) – Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali
  • Roberto Cingolani (tecnico) – Ministro della Transizione Ecologica (già Ministero dell’Ambiente)
  • Enrico Giovannini (tecnico) – Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti
  • Andrea Orlando (PD) – Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali
  • Patrizio Bianchi (tecnico) – Ministro dell’Istruzione
  • Maria Cristina Messa (tecnico) – Ministro dell’Università e della Ricerca
  • Dario Franceschini (PD) – Ministro della Cultura
  • Roberto Speranza (LeU) – Ministro della Salute

Ministri senza portafoglio

  • Federico D’Inca (M5S) – Ministro per i Rapporti con il Parlamento
  • Vittorio Colao (tecnico) – Ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale
  • Renato Brunetta (Forza Italia) – Ministro per la Pubblica Amministrazione
  • Maria Stella Gelmini (Forza Italia) – Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie
  • Mara Carfagna (Forza Italia) – Ministro per il Sud e per la Coesione Territoriale
  • Fabiana Dadone (M5S) – Ministro per le Politiche Giovanili
  • Elena Bonetti (Italia Viva) – Ministro per le Pari Opportunità e per la Famiglia
  • Erika Stefani (Lega) – Ministro per le Disabilità
  • Roberto Garavaglia (Lega) – Ministro per il Turismo

Questo terzo governo della legislatura è dunque formato da 23 esponenti, 15 politici e 8 tecnici (di fatto i politici prevalgono, data la loro presenza per circa 2/3). La stessa divisione riguarda la loro composizione, rispettivamente, per sesso maschile e femminile.

Chi rimane ministro

In un quadro di incertezza politica, a mantenere la stessa poltrona tra un esecutivo e l’altro è, tuttavia, in primis Speranza, a capo della salute italiana in questo momento complicato, insieme a Luigi Di Maio, ancora agli Esteri, unica persona ad esser stata ministro in tutti gli esecutivi di questa legislatura. Altri politici del Conte II a rimanere nel nuovo governo con le stesse competenze, sono: La Morgese (Interni), Guerini (Difesa), Franceschini (Cultura senza Turismo), e D’Incà (Rapporti con il Parlamento)

Ad altri due ministri grillini, già presenti nel Conte II, è invece toccato il cambio di poltrona:

  • Dadone – dalla Pubblica Amministrazione alle Politiche Giovanili;
  • Patuanelli – dallo Sviluppo Economico all’Agricoltura.

 

La ripartizione tra i partiti

La suddivisione dei ministeri tra gli esponenti di partito rispecchia la composizione dei gruppi parlamentari. Al Movimento 5 Stelle, gruppo di maggioranza relativa in Parlamento, sono “toccati” quattro ministeri, due con portafoglio e due senza – Di Maio, Patuanelli, D’Inca, Dadone. Invece il Partito Democratico “possiede” tre dicasteri, tutti con portafoglio – Orlando; Franceschini; Guerini. La Lega ha “ricevuto” tre incarichi, due con portafoglio e uno senza – Giorgetti, Garavaglia, Stefani. Forza Italia ora dispone di tre ministeri senza portafoglio – Gelmini, Brunetta, Carfagna. I gruppi parlamentari minori sono rappresentati da Speranza alla Salute e dalla Bonetti alle Pari Opportunità.

Chi sono i ministri “tecnici”

Le personalità non politiche di questo governo presentano curriculum di alto prestigio. A capo di Via Arenula vi è Marta Cartabia, prima donna presidente delle Corte Costituzionale fra dicembre 2019 e settembre 2020. L’edificio di Via XX Settembre è invece occupato da Daniele Franco, già Ragioniere Generale dello Stato e con diversi incarichi di vertice per Banca d’Italia. Dal Governo Letta, ritorna Enrico Giovannini, al tempo Ministro del Lavoro invece ora Ministro delle Infrastrutture. Torna a occuparsi di Istruzione, stavolta guidando il dicastero, Patrizio Bianchi, già capo della task force sulla riapertura delle scuole a settembre, creata dalla sua predecessora Azzolina ma dal lavoro bellamente ignorato. Come tecnico per l’Università non poteva che esserci un accademico, prima rettrice dell’Università Bicocca, Maria Cristina Messa. L’unico tecnico tra i ministeri senza portafoglio è infine Vittorio Colao, già scelto dall’ex premier Conte a capo della task force per la ricostruzione economica post emergenza.