Intervista del giorno, abbiamo scelto un musicista emergente Giuseppe Pagliarulo
Contattolab: Chi è Giuseppe Pagliarulo?
RE: Pagliarulo è quella parte di Giuseppe Pagliarulo che ad un certo punto ha deciso di saltare fuori e ha reclamato il suo spazio ed il diritto di affermarsi nell’ Universo. E fui salvato. E’ successo nel 2013, di colpo, ad un certo punto ho capito che il mio scopo ultimo sarebbe stato fare il musicista. Suonavo già da prima, ma mai avevo avuto il coraggio e l’esigenza di affermarlo così fortemente nell’animo. Poi Pagliarulo ha preso il comando della nave. Per fortuna!
Contattolab: Quali sono gli elementi che hanno unito la sua band?
RE: Conoscevo Felice Calenda, Cristian Peduto, Nicola Bonelli ( voce,tastiere e batteria dei Grammophone) e Maurizio Cuozzo ( attualmente il mio bassista) da anni. Siamo sempre stati amici e condividevamo la passione per la musica e la voglia di fare di questa attività la nostra vita non solo spirituale, ma professionale. Ciò che creava distanza tra”Dio e noi” era l’interesse musicale specifico: gli artisti che apprezzavamo e ascoltavamo sono sempre stati molto diversi tra di loro. Mi sono trovato nello studio di Cristian (il Rumore Rosa ad Eboli) a registrare i provini del disco, con l’intento di sviluppare un lavoro in solitaria. Quando ho scoperto che i ragazzi apprezzavano le mie canzoni e volevano collaborare con me è stata una sorpresa, che dura ancora oggi. La nostra band non si è dunque unita per scopi particolari, ma semplicemente perché a questi musicisti piacevano le canzoni di Giuseppe Pagliarulo ed avevano dunque piacere a suonarle con lui.
Contattolab: Quali sono le vostre influenze, a quali artisti vi ispirate?
RE: Da piccolo, intorno ai tredici-quattordici anni sono stato folgorato dalla musica dei Red Hot Chili Peppers. Molti musicisti fanno ricondurre il momento in cui la loro vita ha cambiato direzione all’ascolto di un disco particolare. Per me è stato Californication dei RHCP. Più avanti ho capito che più in particolare apprezzavo il songwriting di John Frusciante, che ha lasciato una traccia profonda sul mio approccio armonico. Posso citare anche Lou Reed, i Nirvana, Jimi Hendrix e tanta, tantissima musica italiana: De Andrè, Battisti, Rino Gaetano…Apprezzo tanta musica, ma quella che ha davvero influenzato il mio approccio compositivo è pochina in realtà. Seguo molto la scena di casa, andando un po’ controcorrente posso dire che secondo me c’è tanta musica valida in giro per l’Italia.
Contattolab: Musica e parole, quali sono gli equilibri e le giuste dosi per emozionare il pubblico ?
RE: Non so mai prima se in un brano ciò che conterà di più sarà la musica o il testo. Nasco artisticamente come chitarrista, poi all’università ho studiato Filosofia ed è saltato fuori lo scrittore. Le due cose si mescolano, a volte anche scontrandosi, continuamente. Per quanto riguarda i concerti invece penso che l’unico modo per emozionare il pubblico sia emozionare sé stessi mentre si suona. Cercare di essere più veri possibili, approcciarsi al concerto ed al pubblico cercando semplicemente di suonare al meglio, di vivere appieno quel tentativo di connessione emotiva che è il live. A volte succede, a volte no. Ma penso che sicuramente non succede mai se suoni “pensando al pubblico”. Se cerchi di plasmare il tuo spettacolo su chi ti guarda e non sulla tua personalità tutto ciò che ne viene fuori risulta artefatto. Lo spettatore con occhio ed orecchio attento se ne accorge.
Contattolab: Nel suo album ci sono molti temi sociali dallo stalking al male di vivere perché ha scelto queste tematiche?
RE: Non le ho scelte. Le ho vissute. Scrivo in forma autobiografica, Rapporto di gara nasce come resoconto di un determinato periodo, molto difficile, fatto di abbandoni e di cordoni ombelicali tagliati male. Per quanto riguarda lo stalking, “Orlando” è la vera storia di un’amica che era perseguitata dal suo ex fidanzato, che ossessionato da lei si stava trasformando in una persona strana, perversa e contorta. Per fortuna poi il lieto fine che presagivo c’è stato.
Quando si ascoltano i suoi pezzi, i personaggi sembrano narrarsi in prima persona, è empatia o altro?
RE: E’ per il fatto che sono le mie reali storie di vita vissuta, e subita.
Contattolab: Rapporto di gara, il suo album, perché questo titolo?
RE: Sono un arbitro di calcio. Questa attività, per come si svolge, è un grande esercizio di equilibrio, umiltà, autocontrollo. Un arbitro di calcio è delegato alla gestione di una partita, dove circa 20/30 persone hanno l’adrenalina a palla ed i nervi scomposti. Suo dovere è restare calmo, pacato e prendere le decisioni. Decidere. Anche se sa sempre che la sua scelta renderà inevitabilmente soddisfatte 11 persone, ed insoddisfatte altre 11. Volevo dedicare il mio primo disco a questo lavoro che mi ha migliorato molto come individuo.
Contattolab: Musica è vita. Cosa consiglia ai ragazzi che si avvicinano alla musica?
RE: Per quanto riguarda la mia esperienza posso dire che, avendo passato quel delicato periodo che è l’adolescenza in un paese con pochi stimoli positivi, la musica ha riempito quei buchi, quelle ore noiose, che forse avrei potuto riempire diversamente, e male. La musica ha riempito e fornito direzione, prospettiva e colore alla mia esistenza. Sapere di essere impegnato in una pratica così stimolante e sovraumana crea un benessere ed una consapevolezza che allievano i soliti squallidi pesi della quotidianità, che rende il benservito a domande tipo: “ ma a che cavolo servo io a questa Terra?” Ai ragazzi che si approcciano alla musica consiglio di approcciarsi solo se si “sentono chiamati”, so che è una strana cosa da dire, ma è così.
Musica – rock e spiritualità questo ed altro con Giuseppe Pagliarulo band, “noi vi auguriamo un successo internazionale insieme a Pk EVENT“.