In Italia si sente aria di elezioni, e non solo politiche. Il primo vero banco di prova saranno le Elezioni Regionali in Sicilia che avranno luogo il prossimo 5 Novembre. Tra due mesi l’Isola più importante del nostro Paese avrà un nuovo governo. Molto verosimilmente sarà diverso da quello attuale: il governatore uscente Rosario Crocetta, ha infatti deciso di fare un passo a lato.
Chiarificatore sembra essere stato l’incontro con il segretario del PD Matteo Renzi, che, non si sa come, è riuscito a convincere il leader del ‘’Megafono’’ a concludere, ancor prima di iniziarla, la sua corsa per un mandato bis da governatore, puntando sul rettore dell’università di Palermo, Fabrizio Micari.
Professore stimato che dovrebbe però decidere seriamente cosa fare. In molti infatti, soprattutto dai fronti alternativi, stanno chiedendo le dimissioni del rettore palermitano dal suo importante ruolo in Università. Appoggio a Micari arriva, oltre che da Crocetta, anche da un pezzo di Alternativa Popolare di Angelino Alfano. Qui però, sarebbe meglio usare il condizionale: proprio il passo indietro di Crocetta ha gelato il gruppo degli alfaniani siciliani, che oltre a perdere pezzi, starebbero riflettendo sulla possibilità di una candidatura autonoma.
Anche perché, forse, non sarebbe facile spiegare il nuovo apparentamento con l’attuale governatore siciliano, dopo che qualche mese fa furono proprio i centristi di Alternativa Popolare a mollare la maggioranza governativa. Predicando discontinuità si incorre nel doverla, obbligatoriamente, anche praticarla. Ma le sorprese in politica, e nel partito centrista del Ministro degli Esteri in particolare, sono sempre dietro l’angolo.
Nel frattempo però, se Alfano è ancora indeciso, un passo deciso verso la grande coalizione di centrodestra, sembrano averlo fatto alcuni sostenitori del secondo partito di governo. Un centrodestra che, unito, ampio ed unitario, presenta la candidatura a Presidente di Nello Musumeci. Forza Italia, Fratelli d’Italia, Noi con Salvini, Udc e altre liste civiche, tra cui Diventerà Bellissima, la lista legata direttamente al candidato Presidente. A sinistra non solo Micari: oltre il Pd, c’e anche il MDP di Bersani e Co, che, assieme a Sinistra Italia è Partito della Rifondazione Comunista, presentano la candidatura di Claudio Fava, vice presidente della commissione parlamentare Antimafia.
Il M5S invece già da mesi è partito con la candidatura di Giancarlo Cancelleri, che come nel 2012 è stato indicato dagli attivisti pentastellati tramite il voto online. Degli ultimi giorni invece la candidatura, quasi provocatoria, del critico d’arte Vittorio Sgarbi, che con il suo nuovo Movimento politico ‘’Rinascimento’’ correrà per la poltrona di governatore. Agli inizi di luglio ha ufficializzato la propria candidatura l’avvocato Roberto La Rosa, che correrà in rappresentanza della lista Siciliani Liberi. Piera Maria Loiacono invece sarà l’aspirante governatrice del Partito Liberale Italiano e della lista Libertas.
Altri candidati già ufficiali sono Franco Busalacchi per la lista Noi Siciliani con Busalacchi e l’ex rettore dell’Università di Palermo Roberto Lagalla, che inizialmente era stato dato vicino a confluire tra le fila del centrodestra. La partita però, sembra essere, almeno stante ai sondaggi, tra M5S e Centrodestra. Un sondaggio riservato commissionato alla Ghisleri, porterebbe Nello Musumeci in vantaggio al 37% e il candidato del M5S fermo al 33%. Fermo al 24% circa il candidato del Pd e Ap, Fabrizio Micari. Tutti sotto la soglia del 5% invece gli altri candidati in campo.
Nel centrodestra in particolare, ruolo da padrone lo giocherebbe Forza Italia che con una forbice che va dal 20 al 24% sarebbe saldamente il primo partito della coalizione. Noi con Salvini e Fratelli d’Italia, che dovrebbe comporre una lista unitaria, supererebbero a stento la soglia del 5%. Più forte invece la lista ‘’Diventerà Bellissima’’ che supererebbe agevolmente il 6%. Un centrodestra che ha fatto fatica a ritrovare l’unità . Trattativa guidata direttamente dal Presidente Berlusconi che ha, volutamente, fatto fare un passo a lato al candidato di Forza Italia, l’avvocato Gaetano Armao.
Eppure il partito berlusconiano, risulta essere, come abbiamo visto con dati alla mano, ampiamente la prima componente politica della coalizione. Eppure, la lungimiranza di Silvio Berlusconi, in nome dell’unità del centrodestra tradizionale, ha quasi messo in secondo piano l’importanza politica e se vogliamo anche numerica del suo stesso partito.
Questo perché, la legge elettorale dell’isola siciliana, non vede un turno di ballottaggio e premia, seppur in minima parte, ancora la coalizione vincente. Non sarà, forse, lo stesso per quanto riguarda il discorso delle Elezioni Politiche della primavera prossima. Perché le regole del gioco, alias legge elettorale, saranno diverse e, seppur con possibilità di poterle riscrivere, la strada proporzionale sembra essere quella più plausibile. Proporzionale, molto verosimilmente, vuol dire larghe intese. Ma su questo si discuterà in seguito. Per ora, ancora una volta, Berlusconi ha capito che la vittoria in Sicilia, volente o nolente, sarà trampolino per una nuova impennata di percentuale elettorale per Forza Italia. E, con probabile metodo proporzionale, questo è ciò che conta.