La politica italiana dal 4 dicembre vive un forte momento di instabilità e di fibrillazioni, in tutti gli schieramenti non vi sono piu’ le certezze di prima, o meglio, tutti sono alla ricerca del proprio primato, la voglia di essere i “numeri uno” alberga in molti big politici , e i conflitti in seno a tutti i partiti sembrano essere funzionali alla conquista del potere senza esclusioni di colpi.
Al paese chi ci pensa? Mentre i partiti si sfidano a colpi di pseudo potere, l’Italia naufraga nell’incertezza più oscura e senza la minima ombra di un programma serio e funzionale.Questo clima di scontro e di resa dei conti non si vive solo nel Partito Democratico, ma anche e soprattutto in quello che rimane del Centro Destra, nonostante la apparente compattezza ritrovata nei lunghi mesi della campagna referendaria dove sia Forza Italia, Lega Nord, che Fratelli D’Italia hanno sposato la linea del No e dalla forte opposizione alla proposta di modifica della Costituzione avanzata dall’ex Governo di Matteo Renzi. Insomma in questi mesi la calma ha regnato sovrana nel campo dei moderati. Solo nelle ultime settimane invece, si sono registrate le differenti prese di posizione di Matteo Salvini, Leader della Lega Nord e Silvio Berlusconi, capo indiscusso di Forza Italia dal 1993 fino ad oggi. Con un tentativo quantomeno di dare una scossa alla politica Italiana. I due leader del centrodestra hanno soprattutto avanzato ipotesi in merito alla legge elettorale, i leghisti sarebbero maggiormente propensi ad andare al voto con il sistema maggioritario, con collegi piccoli e con alleanze certe sin dall’inizio della campagna elettorale. Berlusconi invece spererebbe in un ritorno al proporzionale, ma senza preferenze, per avere mani liberi appunto dopo l’esito del voto in merito alle alleanze, che con questo sistema verrebbero meno le alleanze tradizionale che invece si formerebbero poi in Parlamento un minuto dopo il voto.Occorre sottolineare come lo stesso Berlusconi sia consapevole del fatto che Forza Italia in termini di consensi non potrebbe piu’ competere con il duo Salvini-Meloni, dunque rischierebbe di essere battuto anche nel caso ci fossero primarie di coalizione. E’ in gioco la sopravvivenza politica del partito e del pensiero berlusconiano, ecco perché Silvio Berlusconi non ha ancora del tutto chiuso la porta al Pd e a Matteo Renzi in modo particolare.