Tumori: Create cellule modificate geneticamente per combattere la leucemia

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La ricerca Italiana si conferma tra le più importanti del mondo, solo qualche giorno fa la nascita della Biopsia Digitale per mano di due brillanti ricercatori Italiani. Oggi arriva un ulteriore quanto straordinario risultato, raggiunto dai ricercatori del San Raffaele di Milano e presentato al congresso dell’AAAS, AmerIcan Association for the Advancement of Science.

Lo studio ha una portata enorme,può rappresentare una vera rivoluzione nella cura delle leucemie, in modo particolare quelle a carattere fulminante e che dunque non rispondono a nessun tipo di cura, le stesse che purtroppo nel giro di poche settimane, spesso giorni, portano il paziente alla morte. In realtà lo studio è una conferma della validità scientifica della immunoterapia, la nuova metodologia per combattere il cancro. Proprio aumentare e dunque potenziare le difese del nostro sistema immunitario può essere una chiave di volta contro la rapida moltiplicazione di cellule tumorali, fornirgli istruzioni diverse da quelle del tumore che riesce prima a camuffarsi, poi a sfruttare le nostre difese immunitarie per espandersi.

La ricerca sta avendo una caratura mondiale, se ne stanno occupando giornali americani ed europei, fra cui Time, il Times, la Bbc, il Guardian, l’Indipendent, il Telegraf e altri.

A capo del team di ricercatori l’ematologa Chiara Bonini, vicedirettore della Divisione di immunologia, trapianti e malattie infettive del San Raffaele. I ricercatori sono riusciti a modificare e trasformare, con l’editing genetico, alcuni linfociti T, presenti nell’organismo di un gruppo di malati di leucemia acuta in cellule anticancro, insomma un vaccino vivente con il quale si può convivere per tutta la vota.

«È davvero una svolta. I linfociti T possono sopravvivere nel nostro corpo per tutta la nostra vita. Immaginate di utilizzarle come immunoterapia contro il cancro. Le cellule T sono in grado di ricordare le cellule tumorali e combatterlo qualora si ripresentasse. Il concetto, in realtà potrebbe valere tutte le tipologie di tumore, chiaramente per ognuno bisognerà analizzare e  sviluppare un adeguato sottotipo di linfociti T persistenti». I lavori di ricerca sono iniziati in realtà nel 2000, all’epoca alcuni pazienti gravemente malati di leucemia acuta, sono stati curati con un trapianto di midollo e linfociti T modificati geneticamente,  lo scopo era quello di rendere le cellule modificate geneticamente in alleati dell’organismo in grado di uccidere quelle tumorali. I risultati sono arrivati da pochi giorni. La dottoressa Bonini spiega :«Siamo andati a identificare negli stessi pazienti quali cellule del sistema immunitario avevano resistito nel tempo . Siamo partiti avvantaggiati, perché i linfociti T erano stati modificati tramite la terapia genica ed era possibile quindi rintracciarli nei pazienti a distanza di tempo. Ci siamo chiesti quale, tra tutti i sottotipi di linfociti T infusi in quei pazienti, 2-14 anni prima, fosse capace di persistere a lungo termine e abbiamo notato che le cellule più capaci di espandersi e di mantenersi a lungo sono le cellule definite “memory stem T”. Sapevamo da tempo – aggiunge Chiara Bonini – che è possibile “armare” geneticamente i linfociti T in modo che riconoscano ed eliminino le cellule tumorali con precisione ed efficacia. Ma quelli finora prodotti, pur bravi ad uccidere le cellule tumorali, subito dopo morivano a loro volta, lasciando l’organismo indifeso. Grazie a questo studio, invece, possiamo supporre che se “armiamo” geneticamente la sottopopolazione di “memory stem T cells”, queste sopravviveranno a lungo nel paziente, contribuendo a mantenere in remissione la leucemia». Lo scopo dei ricercatori è dunque quello di programmare una cura in grado di somministrare migliaia di linfociti modificati nell’organismo di un paziente, che sarebbero in grado di resistere nel nostro organismo per anni e in grado di riconoscere e distruggere le cellule tumorali e proteggere l’organismo per sempre. Al momento i ricercatori stanno lavorando per questo trattamento, pertanto si prospettano buone speranze per la cura di vari tipi di tumori.

 


 

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