Una bella Scandone perde a Milano ma dimostra che il processo di crescita continua nel migliore dei modi, sia nei singoli che nella squadra. L’87-81 finale ci dice che Green e compagni non hanno mollato giocando, per alcuni tratti, anche meglio dell’Olimpia, ma Repesa può contare su una squadra tanto profonda quando forte, riuscendo a trovare sempre un diverso protagonista. Sacripanti sa che ci sono ancora margini di crescita (soprattutto in difesa), ma il sentiero è quello giusto .
Repesa fa esordire Raduljica, ma deve rinunciare a Kalnietis, mentre Sacripanti parte con Randolph al posto di Obasohan. Tanti errori nei primi 2 minuti per entrambe le squadre (1\9 combinato dal campo): Simon è il primo a dare uno strappo portando Milano sul +7 (12-5), mentre per i lupi solo Thomas riesce ad andare a referto. Sacripanti prova a mischiare le carte, fin da subito, con la zona ma Milano è centrata e, complici anche 3 perse della Scandone, al settimo il punteggio recita 22-12. Il time out di Sacripanti porta in dote 5 punti e, soprattutto, un ottimo impatto della panchina con un grande impatto di Fesenko che aiuta i suoi a chiudere il quarto sul 24-21. Il centro ucraino continua ad impazzare anche ad inizio secondo quarto (10 punti senza errori, 4 rimbalzi e 17 di valutazione in 5 minuti) ed una tripla di Green porta i lupi al primo vantaggio sul 26-28 (con un parziale biancoverde di 4-16 a cavallo dei primi 2 quarti). Nonostante un Randolph sottotono rispetto all’ottimo esordio (solo 2 punti e 3 tiri, oltre a distrazioni difensive), Avellino resta avanti anche grazie a sprazzi del vero Ragland. La difesa dei lupi non va sotto contro la squadra più fisica del lotto e il 40-38 di fine primo tempo è dove Sacripanti avrebbe voluto essere dopo 20 minuti.
C’è equilibrio nei primi 3 minuti del secondo tempo, prima che la difesa di Milano sale di tono, innescando tre contropiedi di fila chiusi sempre da Pascolo per il 50-42. Il time out di Sacripanti stavolta non sortisce effetti, anzi i lupi restano 5 minuti senza segnare. Simon e Gentile portano i biancorossi sul +15 (66-51) prima che il ritorno di Fesenko permetta alla Sidigas di chiudere il 66-54 il terzo quarto. Sembra finita, quando Gentile fa segnare il 70-54 del massimo vantaggio, ma qui si vede il cuore della Scandone. I lupi, al contrario della semifinale di Supercoppa non si disuniscono: è ancora un super Fesenko (22 punti con un errore al tiro, 9 falli subiti e 31 di valutazione), spalleggiato da Ragland (13 e 6 assist) e Thomas (19), a ricucire lo strappo. Con 90 secondi da giocare Avellino è a-5 (80-75), poi -4 (85-81) con 12 secondi da giocare: non basta perché Milano scappa, non permettendo ai lupi di commettere fallo e bloccare il cronometro. I liberi di McLean scrivono l’87-81 finale, ma Avellino esce a testa altissima.