Il prossimo 12 luglio sara’ una tappa importante per il futuro della Sidigas spa e dello sport avellinese. In tale data si svolgera’ l’udienza relativa alla richiesta fallimentare della societa’di distribuzione del gas cittadino e che puo’ avere conseguenze sulle societa’ di calcio e basket che fanno capo al patron Gianandrea De Cesare.
Il bliz giudiziario e’ risultato come un fulmine a ciel sereno per la popolazione avellinese ed in particolare per la tifoseria biancoverde provata solo un anno fa da una doppia retrocessione con rocambolesca ripartenza dalla serie D. E dire che su De Cesare erano state riposte le speranze di un futuro radioso per lo sport avellinese, essendo l’ingegnere partenopeo radicato da anni in Irpinia con la societa’ del gas, leader nella distribuzione di energia per uso domestico.
A dir il vero si vociferava da tempo che la Sidigas non godesse di buona salute economica e che avrebbe dovuto a breve affrontare gare di livello europeo per il rinnovo della licenza. Ma che la situazione debitoria fosse piu’ grave del previsto, si stimano 95 milioni di euro di debiti verso erario ed Eni, si e’capito a seguito dell’ indagine promossa dalla Guardia di Finanza ed attivata dalla sezione fallimentare del Tribunale di Avellino.
Desta stupore come una gestione trentennale quasi in esclusiva nel settore della distribuzione energetica abbia fatto maturare un passivo tale da attivare una richiesta di procedura coatta verso la societa’. Ad ogni buon conto non fasciamoci la testa prima di avercela rotta! De Cesare finora non si e’ sbilanciato manifestando la volonta’ di riuscire a tenere entrambe le societa’ sportive, con amministrazione controllata e programmi ridimensionati.
Si e’ gia’ ventilata l’ipotesi di far sopravvivere la Scandone con un doppio salto all’indietro, cioe’ iscrivendola alla serie B. Verso il calcio ci sarebbe maggiore attenzione preservando la riconquista serie C. Dipende anche dai margini che il Tribunale concedera’ al patron De Cesare che tentera’ di percorrere anche la via del concordato che permetterebbe di gestire l’ordinaria amministrazione delle due societa’, stipulando al tempo stesso un piano di rientro della situazione debitoria della Sidigas spa.
Piu’ preoccupato si e’ mostrato Mario Dell’Anno, capotifoso e proprietario del logo dell’U.S.Avellino 1912. Egli, data l’urgenza della situazione, ha proposto un’iniziativa che permetta di salvare la societa’con azionariato popolare. Dell’Anno ha dapprima provocatoriamente offerto la somma simbolica di €.2.500 per scuotere l’ambiente e, nella conferenza stampa tenutasi presso il suo locale di ristorazione, ha spiegato che dando alla societa’ calcistica un valore compreso tra 500mila e due milioni di euro, risulta fattibile il salvataggio della stessa con sottoscrizione da parte dei tifosi. Questo sarebbe un buon operato per due motivi: primo per prevenire bliz da parte di gruppi estranei all’ambiente irpino , magari anche poco affidabili, e secondo per salvare quella maglia biancoverde che, dopo tante peripezie sofferte negli ultimi anni, hanno visto soffrire la tifoseria e tutta la popolazione di fede sportiva.
C’e’poi anche una questione di urgenza in tale operazione, per evitare che la squadra si sfaldi definitivamente con la partenza e la ricollocazione di tutti i giocatori. Ultima ragione, forse la piu’ importante secondo Dell’Anno, e’ che la societa’ sportiva risulti invischiata nell’eventuale cattiva sorte della societa’ del gas.
Altra ipotesi, forse la piu’ agognata in citta’, sarebbe il subentro dell’imprenditore D’Agostino che pero’ ha dichiarato di voler aspettare gli esiti dell’udienza del prossimo 12 luglio per evitare di prendere la classica gatta nel sacco. Aspettiamo fiduciosi gli sviluppi della prossima settimana.