Artrite reumatoide – Alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e del Policlinico “Agostino Gemelli” di Roma in collaborazione con colleghi dell’Istituto di Chimica del Riconoscimento Molecolare del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Icrm-Cnr) di Roma è stata effettuata un’importante ricerca sull’Artrite Reumatoide e sembra che siano state scoperte 3 molecole fondamentali ed efficaci per fronteggiare i casi più critici di questa malattia . Ma cos’è l’ Artrite Reumatoide? Si tratta un’infiammazione che interessa più di 4 articolazioni in contemporanea, l’infiammazione cronica determina l’anchilosi, ovvero la limitazione grave o addirittura impedimento completo e permanente dei movimenti articolari. Lo stato infiammatorio con il passare degli anni determina anche deformazioni e forti dolori che possono causare la perdita della funzionalità articolare. Principalmente colpisce le articolazioni ma col tempo coinvolge tutti gli organi e apparati. Per la diagnosi è necessario sottoporsi ad una radiografia e altri esami specifici. Per quanto riguarda le cure, anche se ci vorrà ancora tempo prima che si passi dalla scoperta delle tre molecole efficaci allo sviluppo di un vero e proprio farmaco, gli studiosi stanno già testando le tre molecole sulle cellule dei pazienti ed osservardo la loro efficacia. Sarà l’azienda farmaceutica italiana Galsor Srl a provvedere alla realizzazione del farmaco. “Per selezionare i principi attivi di potenziali nuovi farmaci, abbiamo usato la tecnica dello screening virtuale, selezionando da una libreria virtuale, contenente centinaia di migliaia di composti, le molecole la cui forma tridimensionale si adatta bene al bersaglio farmacologico specifico, come in un puzzle – spiega la dott.ssa Maria Cristina De Rosa dell’Icrm-Cnr – Abbiamo scoperto tre famiglie di molecole che si incastrano nella sede bersaglio dei linfociti, come una chiave alla sua serratura, impedendo ai linfociti stessi di andare a danneggiare l’articolazione. Il loro bersaglio è infatti la ‘nicchia’ molecolare sulle articolazioni cui si vanno ad attaccare i linfociti T dannosi”. I composti si stanno rivelando efficaci e privi di effetti collaterali. Il farmaco sarà quindi un vantaggio per i pazienti, sarà dunque più efficace e saranno molto ridotti gli effetti collaterali. Il prof. Gianfranco Ferraccioli, Ordinario di Reumatologia all’Università Cattolica e Direttore del Polo Urologia, Nefrologia e Specialità Mediche del Policlinico Gemelli , afferma “ I tempi per realizzare e sperimentare il farmaco dipenderanno molto dagli investimenti che verranno effettuati, ma ci auguriamo che possano, per il bene dei pazienti, arrivare presto sul mercato. Trattandosi di molecole chimiche conosciute la tempistica di raggiungimento del mercato dovrebbe essere ridotta”. Per i ricercatori sarà una sfida riuscire a sviluppare in breve tempo il farmaco ,e per i pazienti si aprono nuove buone opportunità di guarigione e prospettive di vita.
L’artrite reumatoide (AR) è una poliartrite infiammatoria cronica, anchilosante e progressiva a patogenesi autoimmunitaria e ad eziologia sconosciuta, principalmente a carico delle articolazioni sinoviali.Può provocare deformazione e dolore che possono portare fino alla perdita della funzionalità articolare.
La condizione può presentare anche segni e sintomi in organi diversi. Si differenzia dall’osteoartrosi perché interessa inizialmente lamembrana sinoviale e non la cartilagine, colpisce con meno frequenza e in età più giovane rispetto all’osteoartrosi; sono più colpite le donne (rapporto 3:1). Interessa l’1-2% della popolazione e il numero dei casi aumenta con l’età, infatti è colpito il 5% delle donne oltre i 55 anni. L’esordio si osserva prevalentemente al termine della adolescenza o tra 4º e 5º decennio di vita; un secondo picco si osserva tra i 60 e 70 anni. Una variante precoce dell’AR è costituita dall’artrite reumatoide dell’infanzia.
La causa di insorgenza non è completamente nota. Vi è una risposta infiammatoria della sinovia con rigonfiamento delle cellule sinoviali, eccesso di liquido sinoviale e sviluppo di tessuto fibroso nella sinovia. Colpisce anche l’osso sottostante e la cartilagine, con assottigliamento e distruzione. La condizione può anche manifestarsi con infiammazioni diffuse nei polmoni, nel pericardio, nellapleura, nella sclera dell’occhio e con lesioni nodulari diffuse nel tessuto sottocutaneo. La diagnosi viene principalmente fatta sulla base dei sintomi e con la radiografia. L’analisi del liquido sinoviale può contribuire alla diagnosi differenziale.
Il trattamento comprende sia la prescrizione di farmaci che altre misure al fine di controllare l’infiammazione articolare e prevenire il danno articolare e la conseguente disabilità. Il trattamento non farmacologico consiste nella terapia fisica, nella terapia occupazionale e cambiamenti nell’alimentazione. Farmaci antidolorifici e antinfiammatori, tra cui gli steroidi, sopprimono i sintomi ma non fermano la progressione della condizione. Farmaci antireumatici modificanti la malattia (DMARD) possono rallentare o arrestare la progressione della malattia. Il ricorso a tecniche di medicina alternativa non è supportato da alcuna prova scientifica.