Si e’ trascorsa una piacevole serata giovedi scorso ad Atripalda in occasione della riapertura del giardino di Palazzo Caracciolo. La tenuta che e’ stata riportata alla luce dopo una stasi trentennale, su iniziativa partita due anni orsono dalla giunta dell’ex sindaco Paolo Spagnuolo. Questi assieme al consigliere delegato Lello Barbarisi, ha affidato i lavori di ripristino alla Samo Costruzioni e soprattutto avviato quella persuasiva azione transattiva con la proprieta’ Alvino. Oggi il complesso e’ al 95% nella disponibilita’ del Comune che avra’un gran da fare, anche a mezzo di finanziamenti, per riportare all’antico splendore almeno i giardini dell’epoca dei Caracciolo. Il giardino cosiddetto all’italiana e’ imponente; constava a suo tempo di uno spazio ridotto per l’orto e di un’area verde di ampio respiro ove si stagliano due maestosi cedri ed alcune statue, di cui un fauno e una Venere, probabilmente trafugata da ignoti, e da una fontana centrale. Il giardino e’ stato gia’ compreso due anni orsono tra le opere apprezzate dal Fai, ma resta molto lavoro da fare per renderlo appetibile alla massa dei visitatori. Il Presidente della Provincia Biancardi, avellano e sensibile al fascino delle opere storiche ed architettoniche, ha promesso un proficuo interessamento all’antica struttura atripaldese.
Alla visita del giardino e’ seguito il recital di musica napoletana con Marco Zurzolo e la sua band. Nell’accogliente chiostro del convento di Santa Maria della Purita’, non piu’ abitato dal 2015, impreziosito dalla sacralita’di vetrate multicolore e dalle mura sapientemente adornate, sono risuonate le note dei brani di musica napoletana in chiave Jazzistica. Zurzolo ha interpretato classici come “O sole mio” e “o surdato nammurato” e brani di Pino Daniele ed ha dedicato, assieme alla sorella vocalist un pezzo accorato al fratello Rino Zurzolo, anch’egli sassofonista, morto prematuramente un paio di anni fa. Una musica quella di Zurzolo che, accompagnato da basso e batteria, fonde la grande tradizione afroamericana con la modernita’ tipica dei musicisti europei; ne e‘ risultato un sound vibrante e piacevole che ha coinvolto il numeroso pubblico presente all’antico chiostro.