Telenostra: il vuoto lasciato da trent’anni di storia

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Quando un’azienda chiude lascia uno strascico di problemi, perdita di lavoro, fine di una mission il piu’ delle volte di rilevanza sociale. La chiusura della storica emittente sorta nei primi anni ottanta ancor di piu’comporta una buona dose di tristezza e nostalgia in quanto per i suoi schermi sono transitati trenta anni di storia d’Irpinia, significativi per la nostra citta’ e la provincia martoriate dal sisma del 1980. Parliamo degli anni pioneristici delle Tv libere, che nella regione si contavano sulle dita di una mano, ma le “tribune” dello storico fondatore, il compianto Pasquale Grasso, costituivano un appuntamento fisso per la platea degli irpini il sabato sera. E don Pasquale non si risparmiava, animato da una passione smodata per la critica giornalistica pari all’attaccamento alla sua citta’per la quale aveva rinunciato ad assumere l’incarico di redattore del Tempo a Roma. Si potra’ obiettare che a quell’epoca non c’era la competizione attuale e ci si accaparrava facilmente lo share, ma non possiamo dimenticare le prese di posizione veementi del direttore verso la politica e l’amministrazione della citta’ su cui non transigeva, pur stando lontano dalla partigianeria e dalle offese a raffica cui ci hanno abituato molte emittenti attuali. Possiamo ricordare la Telenostra degli anni ottanta e novanta come un‘emittente completa, puntuale, di opinione forte ma che mai trascendeva nella volgarita’. Noi tutti da irpini la sentivamo, come suggeriva il nome, un po’ “nostra”. Anche il legame con lo sport era forte, viscerale, anche favorito dall’ ascesa dell’U.S. Avellino all’Olimpo del calcio nazionale per un decennio. E la tv locale era il referente ufficiale delle squadre di calcio e basket irpine. Successivamente sara’ creato un canale dedicato, Telenostra Sport. Dagli anni duemila in poi Telenostra e’ di propieta’ dell’editore odontoiatra casertano Piccirillo e fa parte del Gruppo Lunaset. Ora per scelta aziendale e’ stata chiusa la sede di Avellino anche se il Gruppo dice di voler garantire la trasmissione del notiziario. I dipendenti passeranno alle sedi di Caserta e di Napoli facenti parte del network.. Mentre Pierluigi Melillo, il garbato direttore, non aderira’ valutando proposte alternative. Ricordiamo che l’emittente e’ stata una fucina di giovani avviati alla carriera di giornalisti molti dei quali, dopo una dura gavetta, guadagnando la meta’ di un barman, si sono ritagliati uno spazio in quest’affascinante professione.

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