Sindrome locked-in: non più vegetali, una tecnologia può leggere il pensiero dei malati

La sindrome di Locked-in è senza dubbio una delle malattie invalidanti più crudeli conosciute dall’uomo. E’ una condizione nella quale il paziente è cosciente e sveglio, ma non può muoversi oppure comunicare a causa della completa paralisi di tutti i muscoli volontari del corpo.

È il risultato di un ictus al tronco-encefalo che vede danneggiata la parte ventrale troncoencefalica. Altra malattia che rientra nello stesso schema della sindrome da chiavistello può essere la Sla, lenta e irreversibile paralisi di tutti i muscoli del corpo, pur lasciandoti sveglio e lucido. Nelle condizioni più gravi, il malato diventa un vegetale, non può comunicare, non può esprimere emozioni con lo sguardo, non può neppure piangere.

Una condizione brutale, una tortura, una gabbia che può durare anni, fin quando nei casi come la Sla non si bloccano le vie respiratorie e sopraggiunge la morte. Una morte che per quanto possa sembrare un concetto estremo, in taluni casi diventa una vera liberazione, sia per il paziente che per i familiari, costretti a non poter far nulla per aiutare il loro caro.

Oggi la ricerca bio-medica sta facendo davvero tanto, tuttavia riuscire ad invertire un processo attivo come la sindrome di Locked-in, resta ancora un ambizione piuttosto remota. Ma si sa, la medicina spesso compie miracoli in pochi anni. Basta voltarsi indietro e guardare i progressi di oggi con gli occhi di ieri, per rendersi conto di quante vite umane siano state salvate sconfiggendo malattie che solo 20 anni fa erano considerate incurabili.

Tornare a comunicare pur rimanendo in silenzio?

Questo è l’obbiettivo che un team di scienziati del Wyss Center for Bio and Neuroengineering di Ginevra si è proposto di raggiungere. Come? Sono riusciti a sviluppare una tecnologia capace di leggere la mente umana per mezzo dell’analisi dei livelli di ossigeno presente nel sangue del cervello: una sorta di cuffia che, posizionata sulla testa, ha permesso a quattro malati di SLA, di tornare a comunicare con i propri cari, chiaramente in maniera molto elementare, ma è comunque un successo enorme!

La ricerca

Dunque qualcosa di importante si è mosso, da oggi le persone affette da Sla e completamente paralizzate possono riuscire a comunicare con il mondo esterno. Tutto questo è stato reso possibile grazie a una cuffia in grado di “leggere” nella loro mente. La scoperta scientifica è stata messa a punto da un team di scienziati del Wyss Center per la Bio e Neuroingegneria di Ginevra. Questo tipo di studio ha consentito a quattro pazienti in fase terminale di Sla (Sclerosi laterale amiotrofica) di rispondere “sì” o “no” a domande precise.  La nuova interfaccia uomo-computer sviluppata dagli studiosi svizzeri è capace di tradurre i segnali del cervello in risposte comprensibili. Gli scienziati hanno utilizzato l’interfaccia basata sulla “spettroscopia funzionale nel vicino infrarosso”, che riesce a captare il pensiero del paziente decodificandolo e tranciandolo al computer. Questa non è solo una conquista tecnologica, ma potrebbe essere una speranza per chi da anni è costretto a convivere con malattie invalidanti.