Una ricerca decisamente particolare. Su alcuni quotidiani inglesi qualche dubbio è nato sul possibile spreco di risorse nell’effettuare studi di rilevanza non propriamente importanti. Nello specifico un gruppo di ricercatori del regno Unito sarebbe riuscito ad isolare ed identificare 38 mutazioni genetiche, che andrebbero ad influenzare il comportamento sessuale degli esseri umani. In modo particolare, i geni influenzerebbero sia la decisione della perdita della verginità che quella di diventare genitori.
Fare l’amore per la prima volta? Ovviamente una delle esperienze più intense ed attese da tutti. Uno di quei momenti che segna la crescita di una persona per sempre. La classica prima volta, o per i meno romantici, la perdita della verginità, ha segnato fin dalla notte dei tempi un nuovo percorso di vita sia per la donna che per l’uomo, il sentirsi finalmente più maturi, magari non lo si era veramente ma questo poco importava.
La prima volta, soprattutto qualche decennio fa, rappresentava l’entrata in società, più del compimento dei diciotto anni. Fare l’amore per la prima volta era davvero importante, soprattutto farlo con la persona che al momento si amava davvero. La verginità, sia maschile che femminile rappresentava un valore, la consapevolezza che donando anima e corpo all’altra persona sarebbe stato un ricordo indelebile per tutta la vita. La prima volta è dunque un’emozione per tutti, e come recita il detto non si scorda mai.
A differenza di qualche anno fa, dove la si attendeva con ansia, con rispetto e soprattutto in molti casi in tarda età, oggi tutto è cambiato. Spinti dal progresso, in alcuni casi decisamente eccessivo, la prima volta ha perso quella magia che l’ha sempre caratterizzata,oggi la media è scesa drasticamente attorno ai 13-14 anni, grazie o a causa dell’immediato impatto dei social network. Dove, soprattutto i più giovani sono continuamente bombardati da sfide a chi è più “figo”, dunque anche il romantico rito della “prima volta” è stato distrutto. In ogni caso, secondo una ricerca effettuata all’università di Cambridge, ad influire sulla vita sessuale potrebbe dipendere in parte anche dalla genetica, dal DNA. I ricercatori hanno scoperto, come alcune mutazioni genetiche in alcuni soggetti influenzerebbero l’età della pubertà che a sua volta influenzerebbe geneticamente quella del primo rapporto sessuale e in cui si ha il primo figlio. Lo studio, coordinato da John Perry e pubblicato Nature Genetics, è stato condotto su oltre 380mila persone.
Lo studio
Fino ad oggi si era convinti che ad influenzare in maniera decisa il primo rapporto sessuale fossero la condizione sociale e soprattutto le famiglia. In modo particolare le donne degli anni 70-80-90, erano molto influenzate dai propri genitori, va detto che in quegli anni l’informazione sessuale, cosi come le precauzioni erano piuttosto scarse, quindi la “paura” di una gravidanza spingeva ad avere il primo rapporto sessuale dopo il matrimonio. Ora si è visto come anche i fattori genetici possono avere il loro peso, anche se non si sa in quale misura. Nello specifico gli scienziati, hanno analizzato i dati genetici che regolano il ciclo sessuale di 125mila donne e uomini tra i 40 e i 69 anni di età, conservati in una bio-banca Britannica. Ken Ong e John Perry , coordinatori della ricerca nello specifico hanno monitorato 59.357 uomini e 66.310 donne di 40-69 anni, alla Biobank Uk, riuscendo ad identificare 38 varianti genetiche diverse associate con l’età della prima volta. Gli scienziati hanno poi replicato gli stessi risultati studiando 241.910 uomini e donne islandesi, e 20.187 donne americane sane di origine europea.
Hanno dunque evidenziato come sia l’età del primo rapporto che del primo figlio fossero collegate, sia con i geni che agiscono sull’età della pubertà sia su alcuni tratti della personalità. Molte di queste variabili si trovano su o nei pressi di alcuni geni coinvolti nello sviluppo delle cellule cerebrale, nella tendenza a comportarsi in modo più audace e rischioso, ad avere un temperamento più irritabile, e ad una serie di comportamenti riproduttivi, come l’età cui si ha il primo figlio e il numero di figli. Come una variante del gene Cadm2, che controlla le connessioni delle cellule cerebrali, è collegata al comportarsi in modo più rischioso, ad avere rapporti sessuali più precoci e più figli.
“La ricerca per la prima volta ha messo in relazione l’orologio biologico che regola la pubertà nelle donne (che nell’arco di un secolo è anticipata di oltre cinque anni, passando dai 18 anni del 1880 ai 12,5 anni del 1980), con gli altri fattori che determinano l’inizio dell’attività sessuale.”
Dunque, finora si sapeva che ad influenzare l’età del primo rapporto sessuale fossero le condizioni sociali e familiari. Ora si è scoperto come anche fattori genetici hanno un loro peso, anche se non si in quale misura..