Il Morbo di Alzheimer, ha una caratteristica subdola, quando diagnosticata, ti lascia il tempo materiale di comprendere cosa ti accadrà, ed il dramma è proprio questo, il malato di Alzheimer, sa che tutto quanto costruito nella vita, ricordi,amicizie, famiglia lentamente scompariranno dalla mente. Giorno dopo giorno la demenza degenerativa ruba un pezzo della tua vita, dei tuoi ricordi, fino a renderti completamente privo della tua coscienza. e ad oggi puoi fare davvero poco per impedirlo. L’essere umano ha conosciuto nel corso dei secoli tantissime malattie terribili, molte delle quali sono state sconfitte, per altre, purtroppo non si riesce a trovare una cura efficace. Le più drammatiche conosciute oggi sono le patologie tumorali e purtroppo proprio il morbo di Alzheimer, una bella lotta nell’individuare la più cruenta. Tuttavia se per i tumori, anche quelli più gravi, qualcosina i ricercatori sono riusciti a fare, per la malattia del cervello al momento non ci sono speranze.
La sola “fortuna” concessa dalla malattia è che nel 95% dei casi si presenta in età avanzata, dai 70 anni in su il rischio diventa più concreto, anche se negli ultimi anni sono in aumento anche casi sotto i 30 anni. Nel mondo sono circa 25 milioni le persone che devono convivere con il morbo di Alzheimer. La causa e la progressione della malattia di Alzheimer non sono ancora ben compresi. La ricerca indica che la malattia è strettamente associata a placche amiloidi e ammassi neurofibrillari riscontrati nel cervello, ma non è nota la causa prima di tale degenerazione
Trovare una soluzione concreta all’Alzheimer è probabilmente uno dei crucci maggiori della ricerca medico-scientifica mondiale, sono decenni che si tentano cure, soluzioni alternative, sperimentazioni, quantomeno per ritardare la progressione della malattia, ma i risultati non sono ancora soddisfacenti. Oltre 500 sono stati gli studi clinici atti ad individuare un possibile trattamento per l’Alzheimer, tuttavia non sono ancora stati identificati trattamenti che ne arrestino o invertano il decorso.
Possibile vaccino contro l’Alzheimer?
Dall’Australia arriva l’ennesima “speranza”. Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature, e condotto della Flinders University di Adelaide, afferma che nel giro di 5 anni, l’Alzheimer potrebbe essere sconfitto attraverso la vaccinazione.
Tecnicamente, il vaccino andrebbe utilizzato nelle fasi iniziali della malattia, lo stesso andrà ad attaccare quelle proteine che danneggiano e bloccano i neuroni, provocando il lento degrado del cervello. Entro il 2018 dovrebbero essere inaugurati i primi test sull’uomo.
Come funziona il vaccino
Il vaccino è stato ideato da diversi centri specializzati Australiani e le previsioni dei ricercatori sono molto positive: “oggi ci sono tanti farmaci per tentare di contrastare l’Alzheimer , tuttavia, non sono abbastanza resistenti da rilasciare anticorpi utili a debellare la malattia”. Il nuovo vaccino, come spiega uno degli sviluppatori Nikolai Petrovsky, consentirà al sistema immunitario dell’organismo di rilasciare degli anticorpi capaci di aggredire fisicamente le proteine “dannose”, legandosi ad esse, fino a trascinarle e tenerle lontano dal cervello. Tuttavia, precisano gli scienziati, il vaccino funziona solo quando la malattia si trova nelle fasi iniziali, quando è ancora possibile invertire il processo e il conseguente sviluppo delle cellule cattive. Il farmaco potrà essere somministrato “a tutte i pazienti che hanno superato i 50 anni, in modo da immunizzarli prima che insorga la malattia”, ha concluso Petrovsky.