Scandone niente da fare. La Supercoppa è di Milano

Niente da fare. E’ ancora Milano a fermare i sogni di coppa della Scandone. Dopo la Coppa Italia di febbraio la squadra di Repesa batte la Scandone anche in finale di Supercoppa . Il 90-72 finale non rende assolutamente fede ad una partita in cui i lupi hanno giocato alla pari e senza timori reverenziali contro quella che è considerata da tutti una vera e propria corazzata. Le sensazioni di questo antipasto di stagione però sono più che positive: la Scandone è squadra atletica e talentuosa che di sicuro ha tanto da lavorare (soprattutto sui 3 nuovi USA) ma che può tranquillamente ripercorrere lo stesso percorso della passata stagione. La stagione che inizierà domenica al PalaDelMauro contro Torino dell’ex Vitucci sarà estremamente lunga, anche per via della Champions League, ma Avellino potrà dire la sua.

Non c’è Radulijca per Repesa , ma l’Olimpia ne ha 15 a roster, per cui nei 12 biancorossi (e in quintetto) entra Macvan. Sacripanti invece recupera Fesenko, e lo lancia subito nei primi 5 con Cusin dalla panchina.  Milano parte forte e va subito 7-0, prima che Obasohan fermi l’emorragia e plachi la scarica iniziale dell’Olimpia. La Scandone tiene bene il campo e arriva a metà quarto sul 10-13, controllando il ritmo e appoggiandosi alla grande vena di Obasohan che mette 8 dei primi 13 punti biancoverdi. Il problema per il belga è che, nella sua metà campo non vede mai  Simon che, dal canto suo ne mette 10 sui 16 punti biancorsossi. Appena i lupi abbassano le percentuali Milano accelera (di nuovo +7 sul 13-20): ci vuole la leadership di Green e qualche errore di Milano (sbagliati gli ultimi 6 tiri del quarto) per ricucire lo strappo e permettere ai suoi di chiudere il primo quarto in scia sul 19-23.

Il secondo quarto parte con ritmi più bassi,  attacchi che si sporcano e tanti falli. Ne pagano le conseguenze Cusin (2 falli) e, in generale, i lunghi di Avellino che non riescono ad essere produttivi. Milano ritorna al massimo vantaggio sul +7, ma la Scandone resta lì ancora con Obasohan (12 nel primo tempo) e con i rimbalzi offensivi dei piccoli. Sul +10 (23-33) dell’Olimpia, Sacripanti è costretto al time out, dal quale i suoi escono con un 6-0 ma l’ultima parola di un primo tempo lunghissimo (19 falli in tutto) è ancora di Simon (18 nei primi 20 minuti) che prima lancia i suoi sul +13 e poi gli permette di chiudere sul 34-44-

Si riparte con Cusin e Randolph per Fesenko e uno spento Thomas. Avellino è reattiva e presente, carica subito Milano di falli ma, a sua volta, subisce il terzo di Cusin e, soprattutto, un assurdo antisportivo a Leunen. E’ la miccia che lancia Milano al massimo vantaggio del +15 sul 39-54. Sacrpanti prova a fermare l’emorragia prima con il time out e poi con a zona, ma il solito Simon punisce ancora i lupi prima con la tripla e poi con l’assist del 41-59. La partita praticamente finisce qui, con Milano in controllo fino alla fine, e con Avellino già con la testa al campionato.