Continua il momento magico della Scandone che batte la capolista Reggio Emilia, si regala la sesta vittoria in 8 partite (e quarta di fila) e inizia a pensare, giustamente e meritatamente, in grande. Forse la miglior partita dell’anno dei lupi, sicuramente il miglior primo tempo, in cui i biancoverdi hanno battuto la migliore della classe con le sue armi: intensità, solidità mentale, e tenuta fisica. Se il braccio armato di Sacripanti continua ad essere Ragland (25 punti con 8/8 d 2 e 6 falli subiti), Leunen è quello da cui non si può prescindere, al di là di quello che dicono le statistiche( che comunque parlano di 6 punti, 9 rimbalzi e 4 falli subiti): l’ex Cantù sta diventando sempre di più il leader silenzioso di questo gruppo, quello che riesce sempre a fare la giocata giusta nel momento giusto. Non è una caso se il momento dei lupi sta coincidendo con il pieno stato di forma del numero 10.
Il primo tempo giocato contro la Grissin Bon è, senza dubbio, il migliore dell’anno. Una partita preparata, interpretata e giocata alla perfezione, ad un livello molto più alto del solito, quasi da post season per intensità e voglia di competere. I primi attacchi dei lupi sono 5 tiri da 3 (2 realizzati) e una palla persa, ma è dietro che i biancoverdi fanno la differenza, costringendo Reggio a 12 palle perse nel solo primo tempo (contro le 13.4 di media) e dominando il pacchetto lunghi avversario che, all’intervallo, hanno Veeremenko e Lavrinovic con 3 falli, e Golubovic con 2. Leunen è la solita enciclopedia di basket (i primi 12 minuti sono un clinic), ma Reggio Emilia è lunga e solida, soprattutto dal punto di vista nervoso: chiude sul -3 il primo quarto (19-16) e sorpassa ad inizio secondo periodo. Avellino però non si scompone e continua a mantenere alta l’intensità, affidandosi alla vena realizzativa di un Ragland da 18 punti in 14 incandescenti minuti. Il 45-35 con cui si chiude il primo tempo è frutto di alcune fiammate individuali (prima Aradori, poi Lavrinovic) ma i ragazzi di Menetti sono in continuo affanno, sopraffatti dalla verve dei biancoverdi.
Il secondo tempo, giocoforza, non può essere giocato con la stessa intensità: il primo canestro lo segna Polonara dopo oltre 2 minuti, ma Avellino, pur non essendo brillantissima in attacco, in difesa resta solida, soprattutto con in campo un Cervi versione extralusso da 3 stoppate e 9 rimbalzi. Si entra negli ultimi dieci minuti sul 55-46, ma Avellino non dà mai l’idea di perdere il controllo o di andare in affanno. Anche gli ultimi minuti, di solito mal gestiti dalla Sidigas, scorrono lisci fino al 75-67 finale.