L’attentato di ieri a San Pietroburgo, apre diverse riflessioni sulla matrice di tale brutalità, è stato un kamikaze o un terrorista di matrice caucasica. Il presunto suicida sarebbe un 22enne originario dell’Asia centrale.
Ancora sono sconosciuti i motivi dell’attentato di ieri a San Pietroburgo, cosa si cela dietro l’esplosione della strage nella metropolitana? Non sembrano però esserci dubbi sul fatto che per il governo russo si sia trattato di un atto terroristico. Le piste più accreditate – ma non confermate – sono quelle che portano all’Isis e al terrorismo islamista di matrice caucasica, che peraltro hanno profondi legami.
Chi era il presunto suicida?
Ieri sera, una fonte nelle forze dell’ordine citata dall’agenzia Interfax ha avanzato l’ipotesi di un attacco kamikaze. L’autore del presunto attentato suicida sarebbe un 22enne originario dell’Asia centrale legato all’estremismo islamico che avrebbe portato la bomba in metropolitana nascondendola in uno zaino.
Si tratta però di indiscrezioni che non hanno nessuna conferma ufficiale, tanto che il portavoce del presidente Vladimir Putin ha subito precisato che sono gli inquirenti a dover commentare supposizioni di questo genere.
Quale matrice terroristica?
Sui giornali russi si punta il dito contro lo Stato islamico o contro i possibili terroristi ceceni o daghestani. L’Isis potrebbe voler vendicare i raid aerei russi in Siria. Una tesi a favore della quale gioca anche il fatto che – parola di Putin – in quel paese a combattere nelle file degli estremisti ci sarebbero circa 4.000 cittadini russi. E alcuni di loro sarebbero tornati in patria.
Intanto alla Russia giungono parole di sostegno da tutto il mondo politico internazionale. Anche Trump, nel colloquio il presidente Putin ha dichiarato «il pieno sostegno degli Stati Uniti nel rispondere all’attacco e nel portare davanti alla giustizia i responsabili». I due leader, aggiunge la Casa Bianca, «hanno concordato che il terrorismo deve essere sconfitto in modo decisivo e rapido».