Un gruppo di scienziati Cinesi ha utilizzato per la seconda volta al mondo, tecniche specifiche di ingegneria genetica, modificando embrioni umani col fine di combattere l’hiv. Nel primo caso, le modifiche furono eseguite su embrioni non vitali e su un gene legato alla beta-talassemia, lo scopo era quello di correggere la mutazione che causava una malattia rara. Le polemiche etiche-morali furono tante, addirittura riviste scientifiche di caratura mondiale come Nature e Science, si opposero alla pubblicazione del materiale. Le motivazione di tale rifiuto erano legate al fatto che i ricercatori impegnati in questo campo si erano imposti una moratoria per l’uso sugli embrioni umani di questa tecnica promettente.
Anche nel secondo esperimento sono stati utilizzati embrioni non vitali, ma soprattutto non adatti ad essere impiantati nell’utero in quanto sviluppatisi con una coppia di cromosomi in più; tutti sono stati distrutti dopo 3 giorni dalla conclusione dei test.
il nuovo esperimento ha come obbiettivo a lotta all’Hiv, creare degli embrioni geneticamente modificati, capaci di resistere al virus. L’esperimento è stato eseguito dai ricercatori della Guangzhou Medical University e pubblicato sul journal of Assisted Reproduction and Genetics. E’ stata utilizzata una tecnica particolare, diversa dal primo esperimento, nota come Crispr-Cas9 ( editing genetico), tecnicamente effettua un taglia e incolla del Dna, e dunque aggiungere o modificare geni.
L’esperimento è riuscito soltanto in 4 dei 26 embrioni modificati con la Crispr (Clustered Regularly Interspaced Short Palindromic Repeats). Grazie a questa tecnica, negli embrioni è stato introdotto un gene che rende alcune persone naturalmente resistenti al virus dell’Hiv perché altera una delle principali proteine che impediscono al virus di entrare nelle cellule, il recettore CCR5.