Nessuna illusione, nessuna certezza, ma per ora il Pezzotto è stato sconfitto. Chiaramente si tratta di una pesante battuta d’arresto per gli amanti dello streaming illegale e soprattutto per l’enorme giro d’affari che si cela dietro, ma di certo non la sua definitiva dipartita.
Il sistema illegale che si nasconde dietro lo streaming illegale delle IPTV ha una portata immensa, combatterlo è davvero arduo, anche perché i pirati sono molto tenaci e, leggendo i vari forum del settore o le chat di Telegram, è facile intuire come l’organizzazione stia nuovamente operando per fare ripartire la propria industria dell’illegalità, che ricordiamo generare decine di milioni di euro al mese.
Il fenomeno delle IPTV esiste da anni, per chi non sapesse di cosa stiamo scrivendo, si tratta della possibilità di guardare illegalemente, dietro il pagamento di una decina di euro, centinaia di canali sportivi e di intrattenimento. Con i flussi IPTV, che funzionano grazie ad internet veloce è possibile guardare tutti i contenuti di Sky, Dazn, Bein sport, Mediaset e qualsiasi canale nel mondo. Dunque al costo di 10-15 euro è possibile usufruire di Champions league, Europa League, serie A, serie B, film, serie TV ed intrattenimento. Ma non solo contenuti italiani, i canali offerti dagli abbonamenti IPTV sono migliaia ed offrono eventi sportivi da tutto il mondo.
Alternative legali al pezzotto delle IPTV.
Nelle ultime settimane il fenomeno IPTV è venuto alla luce grazie dapprima ad alcune inchieste giornalistiche, successivamente e soprattutto, grazie all’operazione ‘Eclissi’, portata a conclusione dalla Guardia di Finanza. Le autorità italiane sono riuscite, dopo mesi di indagini ad arrivare ad una delle basi del pezzotto in Italia, il sito Xtream Codes, una piattaforma che prima della chiusura, gestiva milioni di utenze illegali di IPTV.
PEZZOTTO, ARRIVANO LE PRIME MULTE SALATE, FINO A 25.000 EURO.
L’amministratore delegato della Serie A, Luigi De Siervo, intervenuto a “Radio Punto Nuovo” ha sottolineato le trame oscure del sistema iptv, a partire dal caso “pezzotto” e dalle prime multe. «esiste un grosso giro di soldi dietro il cosidetto “pezzotto”. Questo è un Paese in cui ciascuno deve fare la propria parte, continuare ad andare avanti con questa forma di consumo è da stupidi».
«Nelle prossime ore – ha aggiunto De Siervo – usciranno anche le multe per tantissimi utenti da 2.500 a 26.000 euro a persona. E’ una pena pesante per chi consuma contenuti in questo modo. Il consumo digitale di prodotti illegali lascia un’impronta che dà la possibilità di ricostruire al contrario il flusso del file consumato, dunque restano tracce indelebili. Non è che cancellando la cronologia si riescono a nascondere le tracce, si risalirà e basta».