L’Ape volontaria è un flop annunciato in questa ennesima riforma delle pensioni? Probabilmente si, almeno nelle modalità di presentazione della stessa. Inutile fare tanti giri di parole, i costi sono importanti, e l’anticipo pensionistico ideato dal governo Renzi, rischia davvero di fare un buco nell’acqua, anche perchè è decisamente più fattibile la strada dell’Ape Sociale.
L’Ape volontaria infatti, consente l’accesso all’anticipo della pensione ai lavoratori a cui mancano tre anni e sette mesi per raggiungere i requisiti pensionistici, o che hanno 63 anni e 20 anni di contributi. Tuttavia, tra burocrazia all’italiana, moduli da riempire e spedire online sul nuovo sito dell’Inps, richiesta dello Spid, simulazione online, e sostanziale esborso economico, sembra inevitabile il suo fallimento.
Pur se mascherato dalle tante abili chiacchiere dei Politici, l’Ape in fin dei conti è a tutti gli effetti un prestito, con tutti i relativi costi che ne conseguono. Sembra paradossale che il governo debba trattare con le stesse banche e assicurazioni (che solitamente salva senza batter ciglio) per trarre un prezzo “agevolato”, al fine di non gravare in maniera importante ancora una volta sul pensionato.
Riforma Pensioni: Ape Volontaria, quali tassi di interesse?
Una delle principali “falle” dell’Ape volontaria riguarda i tassi di interesse che si andranno a pagare. Innanzitutto, il Pensionato dovrà sottoscrivere due contratti, quello con la banca che erogherà materialmente il prestito e l’altro con l’assicurazione (in caso di decesso). Sarà lo stesso pensionato a scegliere a quale istituto convenzionato con lo Stato affidare il suo prestito. Il tasso di interesse sarà quello di mercato alla presentazione della domanda. Secondo le stime del Governo il tasso non supererà il 2,5%.
Ecco la prima falla, la simulazione è stata fatta a fine 2016, oggi i parametri finanziari sono cambiati e dunque anche gli interessi si sono adeguati. La sola nota positiva è che, una volta chiusa la pratica con la banca, il tasso d’interesse non potrà più variare con l’andamento di mercato, e dunque si tratta di un tasso fisso. Tuttavia con l’aumento dell’inflazione le cose potrebbero cambiare, e non dimentichiamoci che accedere all’Ape volontaria, significa sostenere un “muto” per 20 anni, (67-87 anni).
Ape Volontaria? Non tutti i pensionati sono uguali.
Chiaramente non potevano mancare le “condizioni all’italiana”, il classico chi prima arriva meglio alloggia, si rispecchia perfettamente nella tematica Ape Volontaria. Come? Due pensionati con identici parametri e condizioni contributive, potrebbero ricevere con ogni probabilità un trattamento di prestito notevolmente diverso. In pratica il lavoratore che richiede l’Ape volontaria nei primi mesi avrà condizioni contrattuali e tassi d’interessi migliori rispetto allo stesso lavoratore che richiederà lo stesso trattamento ad esempio a fine 2017. Questo perchè i tassi finanziari delle banche saranno quasi sicuramente peggiorati, aumenteranno le spese e la conseguenza sarà sempre la solita: pagheranno i pensionati!