Nella sala blu dell’ex carcere borbonico si e’ svolta, su iniziativa del giornale L’Irpinia il convegno intitolato Giornalismo e Politica-la lezione di Di Nunno, giornalista avellinese scomparso quattro anni orsono e che ha lasciato alla citta’ un ottimo ricordo di se’ avendo rivestito anche il ruolo di sindaco dal 1995 al 2003.
L’incontro, valido anche come tappa formativa della professione giornalistica, e’ stato seguito da una folla attenta che gremiva la sala, ove si sono susseguiti gli interventi di coloro che hanno operato a stretto contatto con Antonio di Nunno. Conduttore dell’incontro il noto Gigi Marzullo, responsabile settore cultura della Rai, che ha intermezzato gli interventi con flash di vita vissuta che hanno visto protagonista il commemorato. Ha esordito Nunzio Cignarella, tra i fondatori con Di Nunno del giornale L’Irpinia e di Radio Irpinia, che ha sviscerato con descrizione di episodi salienti la natura schietta ed appassionata del sindaco-giornalista che ha svolto entrambi i ruoli con impegno e rigore, senza mai trascendere in superficialita’ o sufficienza.
E Cignarella ha testimoniato la massima stima in Di Nunno dicendo di essere stato disposto a seguirlo e condividerlo ciecamente, anche nella decisione politica , se candidarsi o meno, ruolo verso il quale entrambi inizialmente nutrivano qualche dubbio.
Degni di nota anche gli interventi dei redattori del Mattino dell’epoca, Carlo Verna, oggi presidente nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e Generoso Picone, redattore di Avellino. Dalle loro testimonianze e‘emerso il senso di amicizia che Di Nunno sapeva profondere negli ambienti che frequentava; ma nello stesso tempo egli impegnava professionalita’ e rigore come giornalista, in quanto andava sempre a controllare la veridicita’ delle fonti, poiche’ egli intendeva questo lavoro come racconto della verita’.
E’ seguito l’intervento di Gengaro che riportava anche il contenuto degli scritti di Aldo Balestra, giornalista de Il Mattino e del prof. Francesco Barra (Ordinario di Storia Moderna), entrambi assenti per motivi di salute. Da tali testimonianze si rimarcava l’azione politica di Di Nunno sindaco, come opera appassionata di un cittadino che amava la sua citta’e voleva migliorarla a tutti i costi; una citta’ a cui voleva conferire un aspetto e una dignita’tali da poterla definire “citta’-giardino”. Divenuto sindaco a meta’ degli anni novanta Di Nunno raccolse l’eredita’ di una citta’ che, martoriata da l terremoto del 1980, aveva subito l’onta di uno sviluppo disordinato ed indiscriminato. La sua attivita’ da sindaco e’ stata strenua ed incessante, la passione lo ha portato a profondere energie anche dopo aver contratto la malattia che lo avrebbe portato alla morte quattro anni orsono.
Ha concluso Nicola Cecere., giornalista avellinese della Gazzetta dello Sport, che ha raccontato aneddoti anche coloriti e spassosi che hanno ricordato la passione smisurata del Di Nunno sportivo e tifosissimo dell’Avellino calcio, con cui ha condiviso tante trasferte negli anni settanta e ottanta, per tutto il decennio d’oro dei Lupi in serie A.