Per il futuro di Avellino le strade sono due, entrambe scomode ed in salita: una e’ quella del fallimento dell’Ente, l’altra quella avanzata dal dirigente delle Finanze
Gianluigi Marotta che prevede un piano di rientro quindicennale. La triade ora in carica, composta dal commissario Priolo e dai due vice D’agostino e Ricciardi, dovra’ decidere entro il 28 febbraio quale piano adottare per ripianare i 36 milioni di disavanzo del comune Capoluogo. Se sara’ scongiurato il fallimento immediato, come hanno gia’fatto i Comuni di Napoli e Catania, detentori di un passivo ben piu’ consistente (rispettivamente di 1,7 e 1,6 miliardi di euro), la procedura di predissesto agira’su fondi di rotazione, vendita di beni comunali e tassazione ai cittadini. Con il Fondo di Rotazione il Comune potra’ ottenere un’anticipazione di cassa per dieci anni che dovra’andare a saldare la massa debitoria a patto che l’Ente adotti delle misure di riequilibrio, quali la riduzione delle spese di personale, per acquisto di beni e prestazione di servizi ed il blocco dell’indebitamento. Resterebbe salva la possibilita’ di contrarre mutui per investimenti mirati all’ottenimento di risparmio. Al gennaio 2019 il debito ordinario ammonta a circa 11 milioni, di cui 7,7 milioni per spese correnti, 3 milioni di spese in conto capitale e 108mila euro di servizi per spese in conto terzi. Il credito maggiore e’ vantato da Irpiniambiente (4 milioni e 300mila euro) mentre e’ ancora in discussione la Tari 2018; rilevati anche i crediti maturati da Assoservizi, Air Mobilta’ e Hera Com per un totale di 500mila euro. Circa la vendita dei beni il Comune potra’ alienare immobili, mobili e concedere aree di proprieta’comunale ricadenti in aree edificatorie: si confida di realizzare da tali vendite 7,660 milioni di euro. Anche la tassazione sara’ portata al massimo e questa sara’ la nota piu’ dolente in quanto riguardera’ direttamente le tasche dei cittadini, sotto forme di addizionale Irpef, Imu, Imposta Comunale sulla Pubblicita’, e Tassa di occupazione di suolo pubblico.
Attorno a tutto questo il bailamme politico impazza. L’ex sindaco Ciampi, assieme al suo gruppo (Cinquestelle), rivendica di aver generato quell’operazione verita’che ha fatto venir fuori tutto il marcio delle gestioni passate. Ma gli ex consiglieri Luca Cipriano e Livio Petitto, rimasti all’opposizione, si dicono convinti di aver fato la cosa giusta mandando a casa la giunta pentastellata che, a loro dire, ha dato dimostrazione di inaffidabilta’ed inadeguatezza.