Montoro Contemporanea inaugura “TRAVESTIMENTI” di Antonio Petti

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Sarà inaugurata venerdì 21 febbraio alle 18,30, presso il Complesso Monumentale del Corpo di Cristo a Borgo di Montoro (AV), la personale di pittura di ANTONIO PETTI dal titolo ‘Travestimenti – Dipinti e disegni’, a cura di Gerardo Fiore. La mostra, che partecipa al progetto Montoro Città del Carnevale – Montoro Felix 2020, apre il sesto ciclo di MONTORO CONTEMPORANEA, rassegna di mostre personali di pittura, scultura e fotografia. L’iniziativa – ideata e diretta da Gerardo Fiore, e patrocinata dal Comune e dall’Assessorato alla Cultura della Città di Montoro – è rivolta ad artisti di riconosciuta carriera, che si sono distinti sul panorama nazionale, e che intendono donare il proprio contributo alla crescita della collettività verso i linguaggi dell’Arte Contemporanea.
Alla serata interverranno oltre all’artista: il Sindaco Girolamo Giaquinto, l’Assessore alla Cultura Raffaele Guariniello; il Direttore della rassegna Gerardo Fiore.

Pieghevole della mostra a cura di EDIZIONI ATB CONSULTING, con un testo di Edoardo Sanguineti.
La mostra è visitabile fino al 21 marzo, dal martedì al sabato dalle 18,00 alle 20,00, e su appuntamento.
Contatti: 389 1629853

Scrive Edoardo Sanguineti nel testo di presentazione della mostra:

‘‘In termini psicologici e sociali, le immagini di Petti sono agevolmente interpretabili all’insegna di ‘A che gioco giochiamo’. Non si vuole qui approfittare del titolo di Eric Berne, ma proprio del suo testo, rinviando alla sua lettura globale dei comportamenti umani, dalla politica dei rapporti familiari, dalle relazioni di lavoro a quelle sessuali, come di un sistema coerente di rituali condizionati. Ogni gesto, ogni parola è traducibile, al limite, in una mossa che si compie entro un quadro strutturato di regole perfettamente interiorizzate ma assolutamente inconsce. Si chiarirebbe così, con la predilezione di Petti per i motivi ludici, la cadenza grottescamente acerba delle sue figurazioni. Quando il libro di Berne uscì da noi, nel ’67, Umberto Eco, in una sua recensione, ne riassumeva il senso con questa proposizione: “Non si è sconfitti dopo aver giocato, si è già sconfitti perché si gioca”. E la proposizione potrebbe funzionare come glossa esplicativa a questi saggi di grafica, con una lieve ma capitale correzione: “Si è già sconfitti perché si è giocati” “

Antonio Petti è nato a Napoli e vive a Salerno. Quasi tutta la sua attività è incentrata sul disegno. Già la sua prima mostra napoletana evidenziava un impegno civile che l’accompagnerà per quasi tutta la sua attività di disegnatore. Luigi Incoronato, indimenticabile scrittore napoletano, così ne scriveva: “Un atteggiamento il suo non meramente formale, ma internamente mosso da ragioni critiche”. Negli anni settanta i suoi manifesti lenzuolo riempiono i muri di Salerno: battaglie per l’emancipazione della donna, con Adele Faccio e Dacia Maraini. Edoardo Sanguineti è stato tra i primi ad intuire l’importanza del lavoro di Petti. Suo è lo scritto di presentazione della mostra romana alla Galleria Schneider del 1975. Poi Dario Micacchi scrive l’introduzione a “IL Vangelo di Luca”, un corpo di disegni pubblicati e presentati a Napoli da Luigi Compagnone, Enzo Striano e Maria Roccasalva. È del 1976 il video “Funerale”, realizzato con Innocenzo Pinto, che analizza la crisi della classe politica, ed è presente a una rassegna di teatro contemporaneo all’Università di Palermo Pubblica intanto una cartella di serigrafie dal titolo emblematico, “Prestidigitatori”, chiara metafora dei giochi di potere. Il testo critico di riferimento è di Enrico Crispolti. Poi il manifesto per Giulietta Masina e, negli anni ottanta, quelli per le organizzazioni di volontariato, in un dialogo con la città che si “manifestava” appunto. Negli stessi anni Bruna Alfieri realizza dai suoi disegni sul potere dei grandi pupazzi che vengono appesi nel centro storico di Salerno. “Il re è nudo”, tale è il titolo della istallazione che suscita polemiche e qualche protesta in quelli che vi si riconoscono. Poi la mostra all’Istituto Pontano e alla libreria Marotta a Napoli, nel 1980, con un testo di Enzo Striano. Alla Galleria La Piazzetta a Roma espone nel 1980 i “Disegni per Masaniello”, pure pubblicati, con testi di Enzo Striano e Domenico Rea. Nel 1982 ancora una mostra alla libreria Marotta di Napoli. Francesco Vincitorio, critico all’Espresso, gli dedica una monografia pubblicata a Napoli presso l’Editore Marotta. Dello stesso anno la mostra al Catalogo di Salerno. Intanto una serie di mostre in varie città italiane e all’estero, tra Firenze, Roma, Amalfi, Milano, Perugia, Napoli, Oporto in Portogallo, Reims in Francia e Baltimora negli Stati Uniti. Negli anni novanta compone un manifesto dal titolo provocatorio e in controtendenza: “Tante facce sui muri non ci sentiamo mai sicuri”, con disegni sulla tipologia dei candidati alle elezioni politiche. La collaborazione alla terza pagina del Mattino, tra il 1979 e il 1980, segna l’incontro con Luigi Compagnone che presenta, nel 1982, in un memorabile scritto in catalogo, la mostra dell’artista alla Biblioteca Sormani di Milano. E ancora si occupano di Antonio Petti, con articoli e saggi, Rino Mele, Enzo Striano, Paolo Ricci, Angelo Trimarco, Vitaliano Corbi, Massimo Bignardi, Aldo Trione, Ugo Attardi, Sabato Calvanese, Idolina Landolfi, Mario Maiorino, Luigi Giordano, Francesca Blasi, Alfonso Amendola, Claudio Caserta, Marcello Napoli, Marco Amendolara, Gerardo Malangone, Ernestina Pellegrini, Gerardo Pedicini, Paolo Romano, Pasquale De Cristofaro. Il lavoro su supporti di ceramica è documentato dalla grande mostra del 2008 a Ogliara, nel Museo della ceramica. Poi dalla mostra del 2009 alla “Vetrina del fare” a Salerno, preparata alla fabbrica dei fratelli De Martino di Ogliara e poi dalla mostra a “Linee contemporanee a Salerno preparata nella ceramica Falcone di Montecorvino Rovella. Il lavoro dei dipinti su tela dalla mostra alla Galleria Cobbler di Cava de’ Tirreni nel 2010. Molto spazio del lavoro di Petti è occupato dalle illustrazioni di libri, come il già citato “Vangelo di Luca”, “Disegni per il Novellino”, “La canzone del Guarracino”, “Le città di utopia”, “Bandiere”, “Alice nel paese delle meraviglie”, “Nero di china”, “Parvenze”, “Lo cunto de li cunti” di Giambattista Basile e altri per lo più stampati alla Calcografia “Il Laboratorio di Nola. Col tempo l’opera di Petti va arricchendosi di una vena fantastica, che già appare nei mosaici con la storia del Burattino alla base del monumento al Pinocchio realizzato nel 2000 in Salerno al Parco delle Terme Campione, ora Parco Pinocchio. Per il teatro ha collaborato con Franco G. Forte alla realizzazione di scene e costumi, con Pasquale De Cristofaro e Michele Monetta alla ideazione delle scene e dei costumi per “La ballata di Pinocchio” di Luigi Compagnone, con Vincenzo Pirrotta per le scene di “La morte di Giufà”, e con Francesco Petti per le scene di “L’altra storia di Pinocchio”. Un suo racconto lungo “Città della luna” è stato pubblicato con postfazione di Idolina Landolfi, nel 1998, dall’ Editore Piero Manni di Lecce e, successivamente, nel 2009, per i tipi de “Il filo di Partenope di Napoli con introduzione di Maurizio Braucci. Ha inoltre pubblicato racconti in antologie e riviste. Un suo lavoro di scrittura “Giochi” (ora in Plectica editrice) è stato rappresentato in teatro per la regia di Pasquale De Cristofaro.

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