Montoro – “Attenti a chiamare i vari rappresentanti politici “accozzaglie”, giochi di parole che non tengono conto della responsabilità istituzionale e del pluralismo politico della carica elettiva del popolo”. Esordisce così il consigliere provinciale montorese Girolamo Giaquinto, ieri alla chiusura del tour irpino del comitato per il No, a Montoro. “Chi ama la politica si misura direttamente con gli elettori, dal confronto la rappresentanza politica ha potere istituzionale, che deve essere confermato o meno a fine mandato. Il referendum del 4 dicembre è un appuntamento istituzionale di rilevanza nazionale, che come tale doveva essere oggetto di confronto e dibattito, da parte degli autorevoli consiglieri in carica a Montoro, chi governa non deve avere un atteggiamento di convenienza, non ci si espone nell’attesa del risultato elettorale, un dato che dovrebbe far riflettere i cittadini, partendo da Montoro” conclude Giaquinto.
Tra i vari relatori a sostegno del No, Leandro Faggiano dei giovani democratici irpini, ha portato alla platea il punto di vista dei giovani democratici, che non accettano le modifiche “contraddittorie” del referendum costituzionale: “Non credo alla favola dell’abbattimento dei costi della politica, infatti a fronte di cinquanta milioni di euro risparmiati dal taglio dei senatori, ce ne saranno oltre 250 da spendere per il secondo turno delle elezioni. Che dire poi dell’abbassamento dei voti necessari per eleggere il Presidente della Repubblica? Significherebbe che il partito di maggioranza (anche risicata) avrebbe il potere di eleggere il capo dello Stato senza nessun problema.”
Renato Siniscalchi,per sinistra Italiana: “Gli slogan sono finiti, nessuno crede alle favole, la costituzione ha bisogno della più ampia partecipazione politica non si è mai vista una legge di riforma costituzionale che cambia 54 articoli su 139.”
Franco Petraglia delegato Anpi. “Storicamente la costituzione ha rappresentato la garanzia della democrazia e del pluralismo, non c’è nessuna rivoluzione democratica, il governo deve rappresentare gli italiani e risolver ei vari problemi e disagi sociali nati dalla crisi economica . La Costituzione è nata riuscendo ad unire opposte forze politiche; la riforma di Renzi, invece, ha spaccato il Parlamento ed il Paese”.
Il presidente della provincia Domenico Gambacorta: “Da rappresentante provinciale, la nuova riforma che mira alle autonomie locali, da una parte decentra dall’altra cancella le province, ci troveremo con un senato, fatto di nominati, che svolgono doppia funzione, fatta male solo burocrati e poca competenza.”
Oreste Agosto,attivista cinque stelle: “ il referendum è incostituzionale, il quesito è truffaldino, lo dice la normativa, i comitati per il no dovevano coordinarsi al meglio per controbattere a un dictat politico che non tiene conto del metodo con cui questo referendum è stato affrontato” .
L’on Andrea De Simone: “Dobbiamo ridurre i costi, bene lo facciano nella giusta sede, non c’è bisogno di cambiare la costituzione, basta lavorare in Camera . La realtà è che i tempi di approvazione di una legge non dipendono dalla presenza o meno di due Camere che legiferano, ma dalla volontà politica di approvare la legge stessa. Il legislatore decide troppo, troppo rapidamente e modifica costantemente quanto già disposto in precedenza,basti pensare alla rapidità di approvazione della legge Fornero.”
Francesco Todisco, del partito democratico provinciale: “Slogan e controllo, Renzi non ha fatto altro che dividere le varie posizioni di sinistra, non ha saputo coalizzare le divergenze politiche, ora chiede agli italiani di modificare metà costituzione per regalare la rappresentanza politica
Conclude il tavolo di confronto il senatore FI Cosimo Sibilia: “ Ridurre i costi? La provincia Ad avellino ci costava un euro ad abitante, cosa bisognava ridurre, ci troviamo di fronte a un governo che ha chiesto la fiducia sull’italicum, mai successo nella storia italiana, a rischio c’è la rappresentanza, si faccia un sistema proporzionale dove i cittadini possono esprimere la loro preferenza. Si parla di cambiamento e investimenti, ma anche in questo,chi dovrebbe venire a investire in Italia con delle condizioni che penalizzano il sistema dell’imprenditoria? Perché non si è votato sulla riduzione dei costi elettorali? Slogan vuoti, che di cambiamento hanno solo il depotenziamento della democrazia per una demo –monarchia”.