Per chi non conoscesse questo sport, la Nuova Zelanda nel rugby ha la stessa importanza rappresentativa del Brasile nel calcio, come sulle spiagge di Rio si vive di pallone 24 ore al giorno dalle parti di Auckland non c’è ragazzino che non ami giocare con la palla ovale. Sport Nazionale grazie soprattutto agli storici All Blacks, capaci di incollare davanti alla tv milioni di spettatori, soprattutto non appassionati, grazie al loro incredibile temperamento.La Nuova Zelanda nonostante qualche sbavature degli ultimi anni si conferma cosi la squadra più forte della storia in questo sport, capace con la vittoria di ieri 34-17 sull’Australia di vincere la seconda coppa consecutiva, la terza in assoluto, mai nessuno era arrivato a tanto.
LA GARA
Tra le rivalità sportive più importanti della storia, con 154 precedenti, Nuova Zelanda vs Australia, prime e seconde nel ranking mondiale, le più titolate in assoluto, una rivalità che ha radici secolari, eppure, prima di ieri non si erano mai incrociate in una finale cosi importante. La prima volta ieri nel tempio della palla ovale, Twickenham, atmosfera da brividi. Il campo non ha deluso le aspettative, anzi, è stata battaglia vera, emozioni grandissime, come solo questo sport sa regalare. Un 34 a 17 per la Nuova Zelanda senza storie, ma una partita trascinata via con un intensità non paragonabile a nessun’altro sport. L’Australia ha perso, ci ha provato, ma è stata battuta semplicemente dai più forti.
La gara inizia accompagnata da un atmosfera fabiesca, una sottile nebbia lascia intravedere uno stadio tutto esaurito, il primo tempo è impressionante. L’Australia non vuole fare passerella, vuole giocarsela, difende bene, riparte, è ben organizzata, la Nuova Zelanda commette qualche errore di troppo. Ma sono i più forti e quando accelerano sanno essere devastanti,qualcosa sta per accadere, e nel giro di pochi minuti l’Australia viene travolta , il primo tempo si chiude con un netto 16-3 e soprattutto con l’80% di dominio territoriale, in pratica l’Australia non vedono palla. Il secondo si apre come il primo, iniziale risveglio dei canguri, il carrarmato nero si riposa, lascia giocare, lascia divertire il pubblico, che arrivano anche a -4, ed ecco che riparte l’ondata nera, nel giro di 10 minuti l’Australia subisce due pugni in pieno volto e confusamente si trascina fino al termine della gara, finisce 34-17, ma la sensazione e che sarebbe potuta finire molto peggio se solo neozelandesi avessero voluto. La terza meritatissima coppa è in bacheca.