Tutta la storia di noi esseri viventi può essere racchiusa nella nostra bocca, in maniera particolare sui nostri denti. Sembra assurdo, ma in realtà nulla riesce a fornire una mole d’informazioni sulle abitudini e sul passato vissuto, come ci riesce la bocca, anche a distanza di millenni.
Ad esempio, quale erano le abitudini o la dieta degli uomini di Neanderthal? I nostri cugini più recenti erano riusciti a comprendere come potersi curare dalle malattie, alleviare i dolori? Grazie ad un gruppo di ricercatori paleontologi, oggi abbiamo qualche risposta in più. Tutto è iniziato con lo studio del tartaro dentale trovato sui denti di alcuni antenati rinvenuti in Spagna ed in Belgio. La prima scoperta riguarda la dieta, pare infatti che l’alimentazione cambiasse in ogni regione del mondo, adattandosi alla natura circostante. Come tendenzialmente accade anche oggi, dove ogni nazione ha il proprio stile culinario. Insomma, una sorta di marchio che si ripete da sempre. Attraverso lo studio dentale, i ricercatori sono riusciti a risalire anche alle abitudini, le capacità di adattamento e perfino riuscire ad individuare le malattie che li colpivano e quali probabili rimedi assumevano per curarsi.
I denti sono una capsula del tempo di informazioni biologiche
Come ha sottolineato Keith Dobney, professore di paleoecologia umana all’Università di Liverpool e autore di uno studio pubblicato su Nature, i denti sono “una fantastica capsula del tempo di informazioni biologiche che cattura non solo prove dirette del cibo che ci è finito in bocca ma anche gli ecosistemi ben preservati che si sono evoluti con noi”. E cioè batteri, microbi e patogeni.
Ritornando all’alimentazione, i ricercatori hanno scoperto come gli uomini di Neanderthal, rinvenuti in Belgio, si nutrivano di rinoceronti lanosi e mufloni, oltre che a funghi commestibili. Gli individui rinvenuti in Spagna invece, si nutrivano prevalentemente di verdure e frutti di stagione.
L’aspirina dei Neandertal
I ricercatori sono riusciti ad evidenziare come, alcuni soggetti soffrissero di ascessi dentali, probabilmente causato da una sottospecie del batterio Methanobrevibacter oralis. Le tracce di materiale legnoso ritrovate nel campione rivelano che il legno probabilmente veniva masticato perché conteneva acido acetilsalicidico – il principio attivo dell’aspirina – offrendo sollievo dal dolore. Dunque si, i nostri antenati avevano compreso che la natura stessa potesse offrire strumenti utili per migliorare la condizione di vita.