Servizio Sociale – L’evoluzione del servizio Sociale in Italia. Il Servizio Sociale nasce in Italia alla fine della seconda guerra mondiale, si struttura come risultato dell’iniziativa di persone fortemente motivate e animate dai valori e dagli ideali della Resistenza che organizzano le prime scuole di formazione per assistenti sociali.
Cenni storici di servizio sociale
Il Convegno tenutosi a Tremezzo nel 1946, rappresenta l’evento che funge da discriminante, almeno teorica, tra i primi tentativi a carattere puramente caritativo-assistenziale o connotati da un «ruolo pubblico di impiegato dell’Amministrazione, per l’esecuzione-erogazione di benefici di assistenza a gruppi e strati emarginati e proletarizzati» con la funzione di «… controllo sistemico, per l’isolamento e il contenimento delle aree di potenziale devianza sociale» .
Metodologie operative di servizio sociale
Si assiste, negli anni ’50, all’organizzazione, di metodi e le tecniche relative al “casework” o lavoro con la persona, al “groupwork” e al “communìtywork“, ma anche i cosiddetti metodi ausiliari riferiti all’amministrazione del servizio sociale ed alla ricerca applicata al servizio sociale.
Sul piano operativo, però, l’ottica d’intervento resta quella di rimedio al danno manifestato ed accertato fino alla fine degli anni ’60 quando, sotto la spinta dei movimenti della contestazione operaia e studentesca, si ha un nuovo momento di riflessione volto a far luce sul ruolo e sulle competenze attribuite all’assistente sociale.
In questi anni s’inizia ad abbandonare l’idea del Servizio Sociale ispirato al modello medico (studio-diagnosi-trattamento) così confacente alle teorie parsonsiane, in cui la salute sociale s’identifica con la capacità dell’essere umano di funzionare “normalmente” (Gui 2004), per giungere ad individuare nell’assistente sociale l’agente dì cambiamento nel contesto di una politica che mira al mutamento della società.
Questa volontà di rinnovamento si afferiva sempre con maggior forza negli anni ’70 quando, anche alla luce delle leggi sul decentramento dei poteri statali alle regioni (DPR. 616/1977), si assiste ad una riformulazione del Servizio Sociale che s’inserisce in un’organizzazione di servizi territoriali, universalisti-ci e partecipati, sempre più vicini e più facilmente fruibili dai cittadini. Anche il concetto dell’assistenza viene sostituito con quello di sicurezza sociale.
Alla fine degli anni ’80, essendo mutato il quadro istituzionale, cambiano anche le funziòni del Servizio Sociale. Si sviluppa la riflessione teorica sul metodo unitario, come guida e orientamento per l’intervento dell’assistente sociale.
Un altro elemento significativo che viene ad essere condiviso nella teorizzazione del servizio sociale italiano riguarda la tridimensionalità che tiene conto, contemporaneamente, della persona nella sua centralità e unicità, della comunità territoriale in cui i cittadini vivono, dell’organizzazione delle risposte formali e informali.
Fino ad arrivare alla 328/2000 “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali” con l’obiettivo di «prevenire il disagio, contrastare la povertà, aiutare chi è in difficoltà, migliorare la qualità della vita di tutti, dando finalmente completa attuazione agli artt. 2, 3 e 38 della Costituzione».
Chi è l’Assistente Sociale?
E’ in questo scenario che si ritiene utile richiamare la definizione di servizio sociale proposta dalla Federazione internazionale degli assistenti sociali, nella conferenza di Montereal del 2000, come base per affrontare le aree di intervento. Nella Conferenza di Montreal si è raggiunto l’accordo su questa formulazione, sottoscritta poi nel 2001 all’incontro di Copenaghen: «La professione di assistente sociale promuove il cambiamento sociale, la soluzione dei problemi nelle relazioni umane e lo sviluppo e la liberazione delle persone per aumentare il loro benessere. Utilizzando le teorie del comportamento umano e dei sistemi sociali, l’assistente sociale interviene nel punto in cui le persone interagiscono con il loro ambiente. I principi dei diritti umani e della giustizia sociale sono fondamentali per il servizio sociale».