Il Vaticano è un cancro: tra banca ambrosiana, Banca vaticana (I.O.R.) e farmaci

Grazie alle affermazioni di dott Lino Iannuzzi, giornalista, gia direttore di “ Panorama “ e Senatore Riformista

MILANO: “Il Vaticano è un cancro da estirpare! Lo vuole capire che lei è tuttora, socialmente pericoloso perché continua a collaborare con il Vaticano…
A parlare così fu, anni fa, il dottor Antonio (Tonino) Di Pietro, sostituto procuratore della procura di Milano. Attuale presidente della “ Italia dei Valori” Ex Giudice , ex senatore del PCI PDS , ex commissario di Polizia di stato
L’episodio sarebbe rimasto sconosciuto, anche se è riportato nei verbali di un famoso processo , se non fosse stato rievocato nel libro della dottoressa Dina Nerozzi, laureata in medicina che ha ricostruito le traversie del marito, il professor Gaetano Frajese, un noto clinico romano e uno dei tanti coinvolti nella vicenda (Daria Nerozzi, “colpevole..d’innocenza”, in una storia di tanti, Rubbettino editore, pagine 279).

L’inchiesta “malasanità” nasce a Milano nei primi mesi del 1993 nel pieno della bufera di Tangentopoli e chi si occupa delle indagini è proprio Di Pietro che interroga gli industriali farmaceutici per scoprire se hanno corrotto i membri della commissione Cip che stabilivano il prezzo dei farmaci oppure se sono stati costretti a pagare per ottenere quanto era loro dovuto, tra gli imputati eccellenti c’erano il Ministro della Sanità Francesco De Lorenzo e il professor Duilio Poggiolini e, poiché De Lorenzo era napoletano ,
l’inchiesta era stata rivendicata dalla Procura di Napoli, ma dopo una guerriglia tra Napoli e Milano, si arrivò a un compromesso, per cui Milano avrebbe indagato sugli industriali farmaceutici e Napoli sui componenti della commissione Cip farmaci.

L’ordine di arresto per il professor Frajese, accusato di “associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e al finanziamento illecito del partito liberale”, era partito da Napoli, perché si riteneva che l’associazione a delinquere si riunisse a casa del Ministro De Lorenzo, identificato come il capo dell’associazione (mentre la commissione si riuniva regolarmente a Roma, dove non potevano che essere state compiute le eventuali azioni criminali).

Frajese, arrestato all’alba del 20 luglio 1993 nella sua casa di Roma, è portato a Napoli nel carcere borbonico di Poggioreale, dove rimane per un mesetto, finché non gli concedono gli arresti domiciliari. Verso la metà di settembre viene convocato a Milano dal dottor Di Pietro per un “colloquio informale” dove si reca accompagnato dai suoi avvocati e dove viene interrogato, sempre “informalmente”, da un finanziere e da un vigile urbano fino a sera tarda.

Di Pietro farà la sua apparizione solo il giorno dopo, sul tardi della mattinata, e vale la pena di leggere testualmente il racconto che ne fa nel libro la signora Nerozzi:”Verso l’una e mezzo il dottor Di Pietro giunse in sede, con la camicia sbottonata sul petto, reggendo con due dita il collo della giacca che gli penzolava dietro le spalle… Prese in mano l’elaborato che era stato preparato in sua assenza (dal finanziere e dal vigile urbano) e cominciò a leggerlo, girovagando per la stanza …………….
Era evidente che non condivideva le argomentazioni esposte da Frajese a sua difesa (sulla vicenda del prezzo della Calcitonina il professore aveva fatto notare che lui era stato l’unico a votare contro in commissione) …

Di Pietro riteneva che Frajese avesse inteso creare ostacoli artificiosi all’aumento del prezzo del farmaco allo scopo di aumentare il suo potere contrattuale nei confronti dell’industria farmaceutica.

In poche parole, secondo Di Pietro, quello sarebbe stato il sistema per tentare una concussione. Era evidente che il dottor Di Pietro era contrariato,
“Lei conosce bene Andreotti e il Cardinale Angelici.
Lei è stato a pranzo e a cena con loro! Voglio sapere tutto quello che sa sui rapporti tra il Cardinale, Andreotti e lo Ior, la banca del Vaticano. Sappiamo tutto del traffico d’armi che passa attraverso il Vaticano! – gridò Di Pietro,– Che c’è andato a fare lei a Cuba? E che c’è andato a fare in Russia col cardinale?”

“Guardi, è vero – rispose Frajese – io conosco il Presidente Andreotti e il cardinale.
Ma la mia è una conoscenza superficiale. È vero che ho presenziato a pranzi e a cene in cui loro erano presenti, ma si è trattato di occasioni conviviali con tante altre persone…Per quanto riguarda Cuba, le posso assicurare che non ci sono mai andato in vita mia.
È vero, sono stato a Mosca con il cardinale, perché lì si stava edificando il primo ospedale cattolico, in tutta la Russia e siamo andati a vedere a che punto erano le opere..”

Di Pietro s’infuriò come un ossesso e, brandendo in aria una sedia, urlò con quanto fiato aveva in gola: “Il Vaticano è un cancro da estirpare! Lo vuol capire che lei è, tuttora, socialmente pericoloso perché continua a collaborare col Vaticano!

O lei mi dice tutto quello che sa dei rapporti fra il cardinale, Andreotti e lo I.o.r. (la Banca vaticana) , oppure io ho due strade: o il lascio marcire sei mesi a Poggioreale, oppure mi invento una nuova indagine e la porto, stasera stessa, a San Vittore…”

Di quella parte del colloquio non rimase traccia alcuna del verbale, quella doveva esse
re considerata la parte “informale” della chiacchierata”. Il professor Frajese e gli avvocati scesero in silenzio le scale del palazzo di giustizia, all’uscita cercarono un taxi che li portasse all’aeroporto.
Il professor Frajese si dovette poi fare altri cinque mesi a Poggioreale, compreso il Natale, si prese un primo e un secondo rinvio a giudizio, e dovette aspettare quattro ani per il processo di primo grado, che iniziò nel gennaio del 1997, e dove i giudici gli inflissero una condanna a tre anni di reclusione; e altri quattro anni per il processo d’appello, che cominciò nell’autunno del 2001, e da cui uscì assolto con formula piena il 28 febbraio del 2002, assoluzione confermata dalla Cassazione il 28 ottobre del 2003.In tutti, dieci anni, tre mesi e otto giorni, tanto è durata la via crucis del professor Gaetano Frajese. Il colloquio “informale” con il dottor Di Pietro fu raccontato dall’imputato nel corso del processo di primo grado il 13 dicembre 1997, il giorno di Santa Lucia, ed è rimasto tutto a verbale, così com’è stato ricostruito dalla signora Nerozzi nel libro.

NDR cattolico e vaticano , non vuole dire necessariamente Cristiano perche la BIBBIA non prevedeva né Banche, né altre faccende ( ….) con Bande della Magliana , o con banchieri e con cardinali affaccendati e Mafiosi come Pippo Calò ……….…..nota che : basta leggere la Bibbia per capire che Gesu Cristo era di altro parere……….ma in Europa e nel mondo non esiste solo la chiesa cattolica del vaticano , ma anche altre chiese come la Cristiana Anglicana, La Chiese Cristiane Evangeliche, le chiese Cristina Maronite in oriente e………e altre ancora….senza cardinali o altre figure non previste da cristo stesso.

a cura di DUILIO PACIFICO