Parte in prima serata su Raiuno la fiction in 4 puntate Di padre in figlia, basata sulle vicende della famiglia Franza, che spaziano dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta.
Grande viaggio dagli anni ’50 agli ’80 su Raiuno.
La storia parte dal 1958 a Bassano del Grappa, dove il capofamiglia Giovanni (Alessio Boni) sposa Franca (Stefania Rocca), da cui ha due figlie, Maria Teresa (Cristiana Capotondi) ed Elena (Matilde Gioli). Tra le due ragazze, si distingue la primogenita, la quale sgomita sin dall’infanzia, sia pur con garbo, ad ottenere la sua indipendenza dal rigido capofamiglia, con il supporto della madre, pur essendo poco istruita.
La stessa Maria Teresa ha intenzione per laurearsi in Chimica per lavorare poi nella distilleria di famiglia, per il quale vedeva il figlio maschio Antonio (Roberto Gudese), accanto a sé, che però ha un carattere alquanto fragile. Allora il “padre padrone” non solo non vuole esaudire il proposito della ragazza, ma addirittura la costringe a lavorare per un’azienda concorrente.
Al contrario di altre serie, in quest’occasione il racconto delle vicende procede subito in medias res. Infatti la serie si apre con Stefania Rocca, incinta, che va a cercare il marito nel bordello dove incontra l’amante e minaccia di partorire lì se non torna a casa. Ma anni dopo proprio la prostituta (Francesca Cavallin) frequentata dall’uomo diventa la sua migliore alleata.
Durante questo viaggio nel tempo si raccontano, poi, insieme agli intrighi familiari, i mutamenti sociali che coinvolgono le donne in prima persona, vissuti soprattutto sulla pelle di Maria Teresa, come l’abolizione delle case chiuse, il femminismo, il divorzio, l’aborto. Infatti questo ardore di autonomia porta negli anni Ottanta, al fatto che il padre si convinca a cedere la distilleria di famiglia alle proprie figlie, la cui insegna diventa “Sorella Franza”.
A lavorare sullo sceneggiato sono intervenuti grandi nomi. Infatti l’idea base dello sceneggiato è venuta in mente alla sceneggiatrice Cristina Comencini, mentre la regia è stata affidata anche a Riccardo Milani, già alla guida di “Una grande famiglia” e “È arrivata la felicità”.
Allora non resta che assistere al debutto di questo nuovo sceneggiato, per immergerci al meglio nei primi decenni del secondo dopoguerra attraverso le vicende di questo complesso nucleo familiare.
a cura di Francesco Stabile