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Emergenza COVID-19 – In Irpinia come in tutta la Campania l’attenzione delle istituzioni è concentrata giustamente sulle disposizioni finalizzate al contenimento del contagio da coronavirus. I cittadini, destinatari delle norme, da parte loro cercano di mettercela tutta anche se molti di essi sono preoccupati delle loro prerogative personali, ivi comprese le loro esigenze di lavoro e quelle primarie.

Ma io credo che se ciò forse basta per l’emergenza, certamente non basta per l’immediato post- emergenza (talvolta nemmeno per l’attualità) in relazione agli ulteriori giusti provvedimenti di carattere sanitario e personali, da adottare, perché essi finiscono per coinvolgere familiari di ogni grado. Presto, anche prima di quanto noi possiamo pensare, verranno certamente fuori problemi rilevanti che potranno interessare la pubblica amministrazione che, almeno dalle nostre parti, non risulta sufficientemente organizzata e talvolta non lo è affatto. Il mio pensiero va ai servizi sociali che introdotti con un legge quadro 328/2000 hanno mosso i primi passi nel 2012.

L’Irpinia conta 6 ambiti territoriali che, sin dalla loro istituzione non avevano dato segni di vitalità , solo “all’inizio dell’emergenza i servizi sociali di riferimento hanno dato riscontro della loro esistenza con la istituzione di una linea telefonica per i cittadini per avere notizie, consigli, consultazioni e/o sostegno psicologico. Ora sembra che questi servizi siano stati incaricati da alcuni sindaci a cominciare ad erogare sostegno materiale, e, in qualche comune, hanno anche iniziato a distribuire pasti.

Ma invero siamo ben lontani dal realizzare compiti ed impegni previsti dalla normativa vigente.
Ma la gravità della situazione e dell’emergenza, ( che ha investito la nostra provincia, la Regione e, per ora, anche se solo a macchia d’olio, tutta l’Italia) è tale che attardarsi sulle inefficienze e sui ritardi realizzati è una inutile esercitazione che per ora non porta nulla. Quel che ora occorre è, invece, che, i responsabili degli “ambiti” dei servi sociali, con sindaci e amministratori provinciali e regionali in uno agli organi dello stato, al più presto convochino gli organismi validamente costituiti, facciano un esame delle disponibilità finanziare, spesso impegnate in bilancio per iniziative assunte che avranno scadenze nei mesi che verranno, ma che superate dagli eventi non saranno utile alla collettività, decidano nel rispetto delle normative vigenti, di impiegarli per soluzioni di aiuto per i cittadini che ne hanno immediato bisogno, provvedendo sulla base delle notizie in loro possesso, alla consegna degli aiuti, evitando contestuali inutili interventi almeno per l’immediato.

Sarebbe utile che gli uffici dei servizi sociali, come quelli dell’ambito territoriale A/5, facessero come il sindaco di Chiusano che ha organizzato ad esempio risorse per mascherine e gel disinfettanti per la sanificazione e sterilizzazioni di ambienti, iniziative utilissime per l’occasione. In questi giorni evitando di assumere come ha fatto in questi giorni un altro sindaco , di un comune importante dello stesso ambito, che dopo aver fatto una distribuzione di “maschere” su prenotazione telefonica ha perso tempo a distribuirle personalmente insieme ad altri amministratori comunali in un ambiente, a tanto destinato a disposizione del comune, mentre più saggiamente il sindaco di Aiello ha provveduto alla stessa incombenza, in modo semplice e meno spettacolare, con la consegna a domicilio delle maschere, effettuata da un gruppo di volontari.

Tutto ciò viene osservato, senza alcun intenzione polemica, ma esclusivamente allo scopo di far considerare agli amministratori, che si trovano impegnati in ruolo delicato, che è giunto il momento di dedicarsi ai cittadini nel miglior modo possibile, cercando di non oberali di spese e di consentire loro di non uscire e di poter obbedire al motto ormai famoso “io resto a casa”. Un metodo certamente da seguire è concertare le proprie azioni con altri amministratori delle realtà comunali del medesimo ambito.A tutti gli amministratori un sincero augurio di buon lavoro e di esprimere al massimo, in questa delicata fase di eccezionale emergenza, il proprio impegno e le proprie capacità.

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