Che fine ha fatto la vita reale? Il fallimento dei social network!

Che fine ha fatto la vita reale? Il fallimento dei social network!

Un tempo vi erano le agorà, spazi  dove si raccoglievano i cittadini, luogo simbolo della socializzazione nel mondo ellenico. Nel corso dei secoli ha cambiato vari nomi (foro, piazza d’armi, del campo, etc.) ma non perdendo mai la sua funzione. Sino alla generazione dei nostri nonni (anni 60’ e 70’ del ventesimo secolo), la piazza (di paese o di città) ha conservato questo ruolo; punto d’incontro, socializzazione,  spazio  di discussione. Era di gran lunga uno dei luoghi in cui ci si trascorreva una fetta rilevante della vita di tutti i giorni. Intere generazioni vi sono passate!

Da circa un trentennio, dall’avvento della generazione elettronica, la piazza come luogo fisico è stata man mano abbandonata per essere completamente rimpiazzata da quella virtuale dei social network. L’avvento di Facebook, Instagram  e altre applicazioni minori, ha completamente stravolto il modo di vivere e i rapporti fra le persone.

Un’autentica rivoluzione che ha spazzato via le secolari interazioni sociali, ne ha create di nuove, che viaggiano a ritmi vorticosi, in un continuo mutarsi così come le connessioni che le legano. Nati come straordinari strumenti di avvicinamento tra le persone lontane (prima era raro parlare, vedersi con amici o parenti lontani, se non in occasioni tradizionali di festività o vacanze), svolgono il ruolo di tenere tutti al corrente di tutto.

Hanno cominciato, questi social network, dopo circa un decennio, nonostante la continua espansione  fisica degli utenti nella  rete, una pericolosa contrazione interna, in termini di scambi di informazioni e interazioni soprattutto.

Il fatto che su questa piazza virtuale sia possibile condividere tutta o buona parte della nostra vita, sia lavorativa che sociale, ha fatto si che si siano create e continuino a nascere sempre più nicchie fra gruppi ristretti di persone e l’interazione è possibile solo tra di loro. Una serie di gruppi e sottogruppi  il cui risultato finale è l’impossibilità e la negazione di voler comunicare con gli altri.

Facebook rappresenta la massima espressione dell’egocentrismo moderno.

L’idea di fondo, di chi ha creato questo formidabile strumento, era  una interazione fra tutti, ma è fallita dopo poco più di un decennio. Sulla piazza virtuale ha prevalso infine: l’egoismo, la diffidenza, la paura dell’altro. Facebook ed gli altri social network sono l’esaltazione dell’io alla massima potenza! Oggi, e sembra quasi paradossale, l’interazione online è quasi impossibile se non si fa parte di gruppi di amici, colleghi, etc.

Ormai è  un lontano ricordo ascoltare i discorsi dei genitori, e molto di più dei nonni, che con nostalgia rievocavano episodi di vita anche della piazza, luogo fondamentale di interazione, di confronto, di polemiche e non ultimo di divertimento.

Forse, alla luce di ciò che sta accadendo oggi, dove tutti, chi più chi meno hanno parte della propria vita in rete, si dovrebbe ricominciare nell’osservare la vita reale e interagire con gli altri, riaprendosi a quel mondo che poi tanto male non era…, lasciando paure, diffidenze ed  egoismi  all’interno di un freddo e distaccato circuito elettronico.

A cura di Marco Vitale.