Cosa accade quando purtroppo vieni colpito da un tumore? Esistono delle differenze logiche tra le reazioni dell’uomo e quelle delle donne? Secondo uno studio americano sembrerebbe proprio di si. Gli uomini colpiti da un tumore tendono a diventare “bambini” incapaci di compiere scelte, pertanto si affidano al partner, a familiari e tendono a seguire scrupolosamente ogni consiglio medico. Le donne invece ragionano diversamente, prendono iniziativa, sono decise, sanno quale scelta compiere, spesso non ascoltano neppure l’opinione del chirurgo. Insomma la donna ha un innato istinto da mamma che la rende decisamente più forte dell’uomo nelle decisioni delicate della vita.
Nello specifico, lo studio pubblicato su Annals of Surgical Oncology, ha evidenziato come le donne colpite da una patologia tumorale,in modo particolare il tumore al senso, prima di affidarsi a qualsiasi cura o operazione ascoltano prima se stesse, il proprio istinto. Fatte le opportune verifiche prendono la decisione che loro ritengono essere quella giusta, e poco importa quello che consiglia il medico. Il concetto emerso dallo studio è piuttosto lineare, delle 400 donne intervistate dagli studiosi, il primo obbiettivo chiaramente è quello di eliminare il tumore al senso, tuttavia il desiderio di non perdere la propria femminilità, il benessere psico-fisico e la qualità di vita sono prioritari.
Oggi fortunatamente di cancro al seno si guarisce, soprattutto con una diagnosi precoce quasi il 98% delle pazienti riesce a guarire completamente. Dunque è fondamentale la prevenzione. Perdere un senso per una donna operata può essere oltremodo doloroso- affermano gli autori dello studio- per molte significa perdere la propria femminilità, la propria sicurezza, in alcuni casi va a compromettere anche l’intimità con il partner, dunque la scelta di operarsi o meno per una donna diventa un istinto soggettivo.
Oggi la chirurgia ha raggiunto livelli eccezionali, per tali ragioni molte donne malate di cancro al seno nello stadio iniziale decidono di sottoporsi ad una mastectomia (La mastectomia è l’asportazione chirurgica di una mammella; tale intervento, nella maggior parte dei casi, si rende necessario su donne colpite da tumore al seno o ad alto rischio di svilupparlo.) e la successiva ricostruzione del seno.Tale scelta è merito in gran parte dei otevoli progressi fatti nelle modalità di ricostruzione, oggi sono molto più evolute rispetto a soli 10 anni fa: praticamente con la ricostruzione la mammella può essere “salvata quasi completamente”, conservando la pelle e il capezzolo e ricostruendo immediatamente la ghiandola con una protesi al silicone.
La scelta da cosa dipende?
Al fine di comprendere quali siano i motivi che spingono una donna a scegliere una delle diverse tecniche per curare il tumore al senso i ricercatori hanno intervistato 400 donne che si sono sottoposte a un’operazione senologica per asportare un tumore tra il 2000 e il 2014.
Il 67,9% delle interpellate ha deciso per la lumpectomia (cioè l’asportazione del nodulo con minimi margini di tessuto sano intorno, simile alla quadrantectomia), l’8,6% per la sola mastectomia (asportazione totale della mammella) e il 23,5% per la mastectomia seguita dalla ricostruzione del seno. In generale, soltanto il 7,5 per cento delle pazienti ha indicato l’opinione del partner come elemento predominante nella scelta.