Ambiente, Il mondo ha fame di energia

Il mondo ha fame di energia. Sul pianeta vivono oggi 7,3 miliardi di persone che consumano circa 13.800 mega tep (miliardi di tonnellate equivalenti di petrolio) di energia. Nei prossimi trenta anni si stima che la popolazione cresca di altri due miliardi di individui, per cui ci sara’ un aumento del 30% del fabbisogno energetico. E per l’anno 2100 la popolazione mondiale sara’ attorno agli 11 miliardi.

Qundi si pone un duplice problema: quello di produzione di energia a costo contenuto e la riduzione della temperatura del pianeta al di sotto dei 2° C. Claudio de Scalzi, amministratore delegato dell’Eni, che ha lavorato in Africa per venti anni, ha riferito che in quella terra e nel sud del mondo ci sono 1,3 miliardo di persone che non dispone dell’energia elettrica. Ad esempio in Congo, solo dal 2010 il 50% del fabbisogno e’ servito da centrale elettrica, al cui progetto e realizzazione  l’a.d. italiano ha lavorato. E l’energia in questione viene prodotta da carbone e biomasse che hanno risolto un problema, ma provocano effetti negativi collaterali sul clima  e sulle persone (si calcolano 4,5 milioni di morti all’anno per gli effetti dell’intossicazione).

Quindi e’ necessario contenere le emissioni di CO 2 del 40-70% al 2050. Per fare cio’ bisogna ottimizzare il mix energia/emissioni. Il carbone deve essere contenuto fino all’estinzione a favore dei gas naturali e delle fonti rinnovabili.

Com’e’ la situazione italiana? Abbastanza critica in quanto il Paese vive quattro volte al di sopra delle risorse ecologiche interne. Facendo una proporzione consumiamo dieci volte la quantita’ di un Paese povero.

A livello planetario, l’obiettivo primario e’ il contenimento dell’aumento della temperatura sotto i due gradi centigradi entro il 2100. Ma con l’attuale trend si potrebbe arrivare a un aumento di quattro gradi che sarebbe disastroso, in quanto comporterebbe fusione delle calotte glaciali, aumento del livello oceanico di almeno un metro, fenomeni di siccita’, alluvioni, uragani, diffusioni di malattie tropicali, con conseguente aggravio delle migrazioni umane.

Secondo imperativo e’ la riduzione del buco dell’ ozono. Ricordiamo che questo filtro , ad un’altezza di venti o trenta Km dal suolo, offre riparo alle specie viventi dai raggi ultravioletti e dai clorofluorocarburi; le massicce campagne ecologiste e l’ufficialita’ dei protocolli sta riducendo la sua portata, ma molto lentamente.

 L’abuso indiscriminato del suolo, con la cementificazione e la deforestazione compromettono in modo irreversibile (ogni giorno vengono sottratti 50mila ettari di terreno), edificazione incontrollata, coltivazioni varie, allevamenti di bestiame, abbattimento di piante per il legname, contribuiscono non poco ad alterare l’ecosistema.

Il biossido di carbonio, maggior inquinante dell’atmosfera, si deposita anche sugli oceani, altera la massa d’acqua. Tale acidita’ si riflette sugli organismi marini (plancton, molluschi, coralli, ecc.) che vanno a nutrire la fauna ittica.

L’equilibrio biochimico viene alterato dall’utilizzo di concimi e di fitofarmaci nell’agricoltura; l’utilizzo continuo di tali prodotti chimici va a fuorviare i cicli naturali di azoto e fosforo a seguito dell’inquinamento  dei fiumi e dei laghi. Per contrastare il trend negativo in materia di ecologia e’ il ricorso alle buone pratiche, quali il contenimento necessario degli sprechi, alimentari ed energetici ed il riciclo dei materiali, plastici in primis, unito ad una puntuale raccolta differenziata dei rifiuti.

A livello alimentare la riduzione delconsumo di carne gioverebbesia a livello dietetico che a ridurre il numero degli allevamenti di bovini, le cui flatulenze provocano anch’esse inquinamento ed incoraggerebbe al mantenimento della biodiversita’.

Nella riduzione degli sprechi dovra’rientare il moderato utilizzo dell’acqua potabile (ricordiamo che solo lo 0,65 del’acqua sulla terra e’ dolce ed utilizzabile per usi alimentari), non va quindi sciupata per usi diversi, come lavare l’auto o far scorrere la doccia per ore. Del resto potabilizzare l’acqua e’possibile, ma richiede energia per 1Kwh a metro cubo.

Gli argomenti elencati costituiscono il decalogo di un corretto sistema di vita, ma se i protocolli governativi continuano a rimanere sulla carta e se i cittadini del mondo non prendono coscienza che quello ecologico e’ un problema proprio, dei loro figli  e nipoti, tutti insieme saremo responsabili della distruzione dell’habitat naturale.

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