Tim Berners-Lee, il creatore di internet: il web una pattumiera, ecco come salvarlo

Il creatore del Web, Tim Berners-Lee: «Ecco le 3 sfide per salvare la Rete»

Quando ho inventato internet lo avevo immaginato come un mezzo di diffusione sociale, una piattaforma mondiale che eliminasse le distanze, sia culturali che razziali. Queste le parole del papà del web di consumo, Tim Berners-Lee, al quotidiano inglese The Guardian.

A distanza di quasi 30 anni, il sogno di Tim si è praticamente realizzato, tuttavia ci sono ancora delle sfumature negative che proprio non riesce ad accettare. Sfumature che purtroppo rendono la sua creatura una pattumiera. Il crescente odio sociale, le fake-news, la propaganda politica poco trasparente, la cattiva gestione della privacy, sono questi i problemi che quotidianamente affliggono il suo Web!

Soprattutto i più giovani stanno perdendo il senso della misura, cliccano ovunque, scaricano qualsiasi dato, accettano qualsiasi clausola, senza rendersi conto che stanno mettendo la propria privacy nelle mani di poche persone. Per non parlare dei condizionamenti politici, capaci a loro volta di agevolare un nuovo rischio, quello dell’odio sociale. Basta guardare il profilo social di questo o di quel politico per rendersi conto di quante offese siano presenti nei commenti. Ma lo stesso discorso può essere posto ad esempio per una squadra di calcio (tifoso), personaggio televisivo, credo religioso. Insomma, tutto, ma proprio tutto quanto crei una opinione risulta un campo di battaglia per le offese più becere.

Il rischio è quello di annientare un sistema che era stato creato per scopi decisamente più nobili: “una piattaforma aperta che consenta a tutti di condividere informazioni, accedere ad opportunità e collaborare oltre i confini geografici e culturali”.

I tre rischi che uccideranno internet

Secondo Berners-Lee, internet è gratis e chiaramente deve rimanere tale, tuttavia la totale mancanza di controllo mette soprattutto i giovani a rischio. Ad esempio, oggi siete inondati di telefonate, email, messaggi di compagnie che vogliono vendervi questo o quel prodotto: accade perchè ogni giorno lasciate i vostri dati a destra e a manca. Dati, che persone usano a scopo di lucro, rivendendoli ad aziende esterne.

Stesso discorso anche per le classiche notizie attira click! Oggi, giornali, blog, social network, sono inondati da notizie con titoli ingannevoli, le classiche Fake-news, ovvero quelle notizie con titoloni ingannevoli, con il solo scopo di attirare visitatori, in modo da incrementare gli introiti pubblicitari.

Il risultato è che una piattaforma pensata per favorire la libera circolazione della conoscenza rischia ora di essere soffocata dalla disinformazione. Come se non bastasse, la diffusione di dati sempre più capillari sugli utenti permette a soggetti politici di costruire messaggi via via più precisi, al punto che un candidato può arrivare a dire cose molto differenti, quando non contraddittorie, a gruppi diversi di elettori.

Come risolvere il problema?

Non esistono soluzioni semplici, sicuramente non possono essere immediate. Sicuramente bisognerebbe lavorare molto sul controllo della privacy, regolamentare in maniera più efficace la raccolta dei dati personali, evitando questo enorme giro di affari che sfrutta soprattutto gli utenti inconsapevoli. Allo stesso tempo è necessario combattere la sorveglianza elettronica di governo anche attraverso cause in tribunale. Vanno infine incoraggiati gli sforzi di soggetti come Facebook e Google contro la disinformazione, senza che questo significhi però dare a qualche comitato o commissione il potere di decidere che cosa è vero o meno. Di certo, conclude Berners-Lee, per ottenere dei risultati sarà necessario il contributo di tutti coloro che hanno contribuito a rendere il web quello spazio caotico e vibrante che è diventato in 28 anni di vita.