Andreotti, la crisi dei partiti e il blog di Grillo.

BEPPE GRILLO

In una intervista rilasciata qualche anno fa al quotidiano La Repubblica, Giulio Andreotti, relativamente alla crisi dei grandi partiti politici di massa, asseriva che : ‘’ la politica non e’ una cosa occasionale o epidermica, la crisi dei partiti e’ un male perché toglie un sistema di formazione che si costruisce su nozioni storiche, approfondimenti economici ed internazionali.’’ E’evidente che Andreotti avesse ragione.

La crisi dei partiti di massa, avente come punto cardine la caduta del Muro di Berlino del 1989 e la successiva crisi politica che nei primi anni ‘90 investì il nostro Paese, ha avuto risvolti in una seconda Repubblica caratterizzata dai cosiddetti  partiti leaderistici.

Impensabile sino al 1994, anno in cui il sistema e consequenzialmente la nomenclatura della grande e ‘’gioiosa’’ macchina da guerra di Achille Occhetto, candidato premier per la colazione di centrosinistra, fu letteralmente distrutta dal primo grande ”partito del leader” apparso sulla scena politica dell’Italia Repubblicana, Forza Italia.

La politica dell’immagine, la politica del linguaggio semplice e della chiarezza. Stop ai discorsi contorti, alle citazioni filosofiche e ai giri di parole. La gente cerca il messaggio chiaro, cerca la soluzione al problema concreto. La quasi fine dei radical chic insomma, di quelli che vorrebbero essere i detentori unici della verità assoluta. La Seconda Repubblica, per certi aspetti ancora sugli strascichi della Prima, ha visto mutamenti importanti del sistema politico italiano. Semplicità però non deve significare mancanza di contenuto ed improvvisazione.

Le Elezioni politiche del 2013 hanno segnato un importante spartiacque nella storia politica del nostro Paese. Un ritorno ad un sistema almeno tripolare, con tre grandi forze politiche che, sostanzialmente, si sono divise il consenso degli italiani. Centrodestra, centrosinistra e Movimento 5 Stelle. Quest’ultima, una nuova forza politica antisistema ed anti casta, come più volte asserito, nata accorpando diverse contingenze telematiche e non.

Sarebbe sbagliato, completamente, asserire che il Movimento di Beppe Grillo, sia nato esclusivamente su internet. Il M5s ha rappresentato altresì, l’unione concreta di diversi movimenti e comitati civici presenti sul territorio nazionale. Una sorta di rassemblemant che ha intercettato il malcontento popolare delle disparate classi sociali. Non essendo però, come affermava Andreotti, la politica un fatto esclusivamente epidermico o occasionale, in democrazia rappresentativa, dopo la delega del voto popolare, esistono anche le responsabilità.

Responsabilità dirette ed indirette. E’ per questo, ma non solo, molto strano che una giuria popolare possa decidere la veridicità di una notizia. Politica ed informazione sono, da sempre, andate di pari passo. L’informazione e’ fatta da persone con idee e principi condivisibili o meno, ma rispettabili allo stesso tempo. Per libera informazione cosa si intende? Solo notizie di cronaca politica e non, date telegraficamente? Sarebbe, quest’ultimo, un concetto di informazione piuttosto riduttivo.

Il giornalista, l’operatore del settore, oltre a dare la notizia, riflette, pensa, immagina e, inutile negarlo, auspica. Sono notizie condite da riflessioni. E’ la realtà dei fatti, sarebbe da ipocriti negarlo. Che il M5s, co – fondato su un libero blog, il beppegrillo.it appunto, possa avanzare una proposta di verifica popolare delle notizie delle agenzie stampa e dei giornali e telegiornali nazionali, mi sembra piuttosto originale. Originale perché, non esiste il detentore della verità assoluta. Se la storia ha quasi spazzato via i radical chic, non temerà certamente di farlo con un blog che, ad oggi, sembra essere divenuto più un oracolo detentore delle notizie divine, moralmente giuste ed inattacabili.