Viaggi e coronavirus, quali destinazioni consentite?

L’Italia ha deciso di comportarsi diversamente da gran parte degli stati UE

Da oggi, arriva un’importante novità per i viaggiatori. Entra in vigore la decisione presa dall’Unione Europea il 15 giugno, che ha reso possibile viaggiare, dalla data odierna e senza alcun obbligo di quarantena, da/per i seguenti Paesi extracomunitari: Algeria, Australia, Canada, Corea del Sud, Georgia, Giappone, Montenegro, Marocco, Nuova Zelanda, Ruanda, Serbia, Thailandia, Tunisia e Uruguay. Nell’elenco è inclusa però anche la Cina, che vedrà aprirsi solo le frontiere se il Paese orientale si comporterà in egual modo con gli europei. A ogni modo, l’elenco sarà analizzato ogni 14 giorni, per valutare l’inserimento o l’esclusione di altri territori.

Tuttavia, l’organo europeo ha lasciato margini di manovra ai singoli Stati membri, in quanto è competenza nazionale deliberare sui confini esterni, mentre l’intesa comunitaria ha mirato a stipulare soltanto un’intesa di massima. Nello specifico, l’Italia ha votato a favore dell’iniziativa, però ha deciso di mantenere l’isolamento fiduciario e la sorveglianza sanitaria per queste persone. Di conseguenza, anche gli italiani di rientro da uno dei Paesi suddetti saranno obbligati ad osservare un periodo di quarantena.

Arrivati a questo punto, in diversi si sono posti il problema su come identificare cittadini provenienti dai Paesi “ammessi”, transitati in un altro Stato comunitario, prima di giungere in Italia. Per ovviare al problema, il governo sta studiando forme di controllo diverse da quelli ai confini, non realizzabili per via del trattato di Schengen – ad esempio negli alberghi.

Tutti gli Stati membri dell’Unione si sono però ritrovati concordi nella chiusura delle frontiere per chi proviene da Stati Uniti, Russia, Brasile, India e Israele, ancora con un numero elevato di positivi.

Al momento, dunque, è consentito spostarsi liberamente da e per qualunque Paese dell’Unione Europea – Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria – così come da e per gli Stati aderenti all’accordo di Schengen – Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Svizzera. A questi si aggiungono Andorra, Monaco, San Marino e Città del Vaticano, più la Gran Bretagna con l’Irlanda del nord – in fase di transizione per la Brexit.

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