E’ iniziata l’ultima settimana di campagna elettorale tutta interna al Partito Democratico, infatti il 30 aprile il popolo dei democratici sarà chiamato ad esprimersi rispetto al nuovo segretario del partito, in campo ci sono l’ex Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi, il ministro della giustizia Andrea Orlando e il governatore della Puglia Michele Emiliano. Tra i favoriti delle primarie c’è Matteo Renzi, forte del voto degli iscritti e della maggioranza dei ministri attualmente in carica; lo stesso gode dell’appoggio della corrente politca del ministro della Cultura Dario Franceschini il quale può contare su oltre 90 parlamentari, più di quello degli ex popolari, voti decisivi per l’esito finale.
I sondaggi danno Renzi quasi vicino al 60% dei consensi, e il vantaggio sembra poter aumentare negli ultimi giorni prima del voto. Lo stesso Paolo Gentiloni insieme a Walter Weltroni appoggeranno Renzi . Mentre il ministro Andrea Orlando conta sull’appoggio di due ex Presidenti del Consiglio, Romano Prodi e Enrico Letta , sempre secondo i sondaggi si attesta su un dignitoso 34% .
La candidatura di Orlando nata con il chiaro intento di ricostruire il centrosinistra dei primi anni 2000, sta riscuotendo una forte attenzione di una parte rilevante dell’opinione pubblica del paese. Al di là del risultato finale la corrente di Orlando è destinata ad avere un ruolo di primo piano sullo scenario politico italiano, lostesso ha dichiarato che in caso di vittoria , è pronto a ricucire il rapporto con gli ex compagni di partito Bersani, D’Alema Rossi e Speranza, con l’obiettivo di un accordo su un programma condiviso.
Michele Emiliano invece sembra essere fuori gioco, nonostante il grande movimentismo del politico pugliese, che in questa settimana ha girato in lungo e il largo il paese, dal Sud al Nord, i sondaggi per ora lo vedono non favorevole, non supererebbe il 6% dei voti. Ma a pochi giorni dal voto il vero pericolo che aleggia in casa democratica è quello della poca affluenza , i 3 milioni di votanti per Prodi e Weltroni sono un lontano sbiadito ricordo di un passato che forse non tornerà mai più. I sondaggi parlano di un milione e mezzo di probabili votanti domenica prossima, e se si dovesse non raggiungere nemmeno questo dato , le primarie potrebbero trasformarsi in una sconfitta per tutti e tre i candidati a segretario. Ad ogni modo già in passato lo strumento delle primarie ha mostrato le sue debolezze, sopratutto per la eccessiva competizione tra i candidati e correnti, ecco perché le primarie andrebbero regolamentate attraverso la legge dello Stato rendendole obbligatorie per tutti partiti, con regole certe, al fine di una ampia partecipazione ” democratica”.