Serie A basket – Il PalaBigi rimane tabù per la Scandone che esce sconfitta 87-68 dal parquet reggiano. Reggio Emilia vince con merito ma il punteggio finale è assolutamente bugiardo e non rende onore alla partita dei lupi, magari non ordinati, ma finalmente gagliardi e senza paura reverenziale, anche se di fronte c’era un avversario di primissima fascia. Per oltre tre quarti i ragazzi di Sacripanti sono stati in partita, senza demeritare, ricucendo in più occasioni i vari strappi dati dalla Grissin Bon. Alla fine la differenza è stata fatta dalla profondità del roster di Menetti e, soprattutto, dalla capacità di Reggio Emilia di diminuire gli errori quando la partita ha iniziato a diventare sporca e nervosa.
Negli ultimi anni, le cronache delle partite del PalaBigi erano davvero povere a causa dell’incapacità dei lupi di opporre una qualsiasi tipo di resistenza ai padroni di casa. Stasera, invece, ci troviamo a raccontare una partita non bellissima, piena di errori (37 palle perse complessive), ma vibrante in alcuni frangenti, e con tanti protagonisti.
Sacripanti ripropone lo stesso quintetto dell’esordio vittorioso contro Pesaro, con Blums di fianco a Green (Acker dalla panchina) e i centimetri dell’ex Cervi da opporre alla batteria di lunghi biancorossi. E’ proprio l’esterno lettone ex Napoli a segnare i primi 5 punti rispondendo ad Aradori. Reggio tira,in tutto il quarto, 4 volte in meno di Avellino ma, oltre ad essere più precisa, capitalizza al massimo le 6 palle perse dei lupi. Acker entra col piglio giusto su entrambi i lati del campo, ma Avellino soffre in area e il 22-15 di fine quarto è quasi un affare per Sacripanti. Il secondo quarto va via sulla falsa riga del primo: le rotazioni di Reggio tengono alta l’intensità e la fisicità della partita e, in un amen, le palle perse di Avellino arrivano a 12. Acker e Blums (condizionato dai 3 falli) tengono i lupi in linea di galleggiamento, ma Aradori è un rebus insoluto per tutti gli esterni irpini (13 punti in 18 minuti) e Nunnally dimostra di non avere esperienza e pedigree europeo per stare a questi livelli. A fine primo tempo più del -10 (40-30), impressiona il dato della valutazione: il 51-19 in favore dei reggiani è lo specchio delle difficoltà di Leunen (molto falloso stasera) e compagni ma la faccia è quella giusta.
Al rientro dagli spogliatoi, infatti, la faccia giusta si trasforma in intensità: Reggio non trova il canestro per oltre 4 minuti, Cervi (13 punti e 3 stoppate) inizia a fare la voce grossa sui due lati del campo e Nunnally dimentica le difficoltà difensive, dimostrando tutto il suo potenziale offensivo. Quando Aradori e Gentile devono accomodarsi in panchina con 3 falli, Avellino rientra anche a -3. Ma la Grissin Bon e squadra vera, lunga e ambiziosa e, soprattutto, ha il lusso di far uscire dalla panchina Della Valle e Veeremenko. Ed è proprio l’esterno azzurro che con 2 triple ricaccia via Avellino fino al 56-51 del 30imo. I lupi però ci sono e, pur se con qualche errore, dimostrano voglia e compattezza.
L’ultimo periodo si apre con un tecnico a Blums che i padroni di casa sfruttano per riscappare. E’ lo stesso lettone (decisamente il più continuo dei suoi con 14 punti e 4 triple) a riportare di nuovo in partita i biancoverdi, prima di commettere il quinto fallo che lo toglie dalla partita con 7 minuti da giocare. Avellino probabilmente non ne ha più e non riesce ad opporre la stessa intensità tenuta per tutto il secondo tempo mentre Reggio Emilia, con le seconde linee, scappa fino all’87-68 finale. Bugiardo e poco rispettoso della partita dei lupi.