UE vara un piano strategico per l’emergenza migranti

Il ricollocamento dei rifugiati in tutti gli stati membri è un dovere.

UE –  Si è concluso poche ore fa il vertice straordinario che la Commissione europea ha organizzato ieri qui a Bruxelles. L’incontro, ha consentito di negoziare un piano d’azione in 17 punti. Tra le misure l’impegno a creare entro breve 100mila nuovi posti-letto per accogliere i profughi in arrivo dal Vicino Oriente. “I paesi coinvolti non devono solo parlare di se stessi e l’uno dell’altro, ma anche tra loro”, ha spiegato il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, che ha organizzato il vertice in tutta fretta dopo che nell’ultima settimana è aumentato il caos nei Balcani occidentali”. Dopo un avvio teso delle discussioni con Croazia, Slovenia, Ungheria e Bulgaria e un forte pessimismo a metà del minivertice sulla capacità di arrivare a un risultato, il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker è riuscito a strappare in extremis un accordo in 17 punti operativo da subito. Principi chiave: la registrazione dei migranti che altrimenti non avranno diritti e la creazione di 100mila posti di accoglienza, di cui 50mila in Grecia e altri 50mila nei Paesi lungo i Balcani. “Ora bisogna mettere in pratica questi impegni”. “Il ricollocamento dei rifugiati in tutti gli stati membri è un dovere, ma perché questo sia possibile infrastrutture di accoglienza devono essere messe in piedi dove ci sono gli hotspot”, ha affermato l’Alto commissario Onu ai rifugiati Antonio Guterres. Nessun Paese potrà quindi più scaricare in massa i migranti alle frontiere dei vicini senza prima il loro accordo, mentre questi dovranno essere registrati. “Senza registrazione, nessun diritto”, ha messo in chiaro Juncker.

Poi il rimpatrio di chi non ha diritto alla protezione internazionale. E infine un maggior controllo delle frontiere esterne: Frontex verrà rafforzato nella missione Poseidon nell’Egeo, al confine tra Turchia e Bulgaria, a quello tra Grecia, Albania e Macedonia per la registrazione dei migranti e così anche tra Croazia e Serbia, mentre la Slovenia entro una settimana dispiegherà, tramite cooperazione bilaterale, 400 agenti di polizia. Ogni settimana la Commissione monitorerà l’applicazione delle misure.

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