Una tripla di Ragland manda la Scandone a giocare la Supercoppa

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Una clamorosa tripla sulla sirena di Joe Ragland permette alla Scandone di battere l’ormai eterna rivale Reggio Emila e di giocarsi la Supercoppa italiana nella finale di domani alle 18.15. Un campione vero l’ex Cantù che, da quando è arrivato in Irpinia, ha portato in dote una leadership emotiva e tecnica che, probabilmente, al PalaDelMauro non si erano mai viste. Le sue giocate, e il cuore della “vecchia guardia” Green e Leunen, mandano in delirio i tanti avellinesi e, soprattutto, fanno partire con il piede giusto quella che, per la Scandone, potrebbe essere la stagione della consacrazione al più alto livello nazionale.

Senza Fesenko, infortunato come da rumors, il primo quintetto di Sacripanti della nuova stagione si discosta dall’idea estiva visto che di fianco alle certezze di Ragland e Leunen e a Marco Cusin, ci sono Thomas e Obasohan, al posto di Randolph. Sono proprio del belga i primi due punti della partita e della stagione biancoverde ma, in generale, sia lui che Thomas si dimostrano i più pronti. Per essere la prima partita della stagione, il ritmo e l’intensità sono da subito alte, fermi restando palesi errori difensivi da entrambe le parti. I primi dieci minuti, di conseguenza, scorrono via sui binari dell’equilibrio con giocate anche spettacolari (due clamorose schiacciate di Obasohan su tutte), con percentuali alte in attacco grazie a difese quanto meno poco attente, e si chiudono sul 19-21 Reggio Emilia. Nel secondo quarto la partita si sporca: le palle perse aumentano (rimanendo comunque basse), così come i falli. Avellino si appoggia a Ragland e Leunen (16 punti in due), provando a correre anche da canestro subito, mentre Reggio mischia le carte in difesa (un po’ di pressing, un po’ di zona), confidando in attacco sulla buona vena dei soliti Della Valle (8 punti) e Aradori (9). Il 40-41 per Reggio Emilia dell’intervallo testimonia il sostanziale equilibrio di un tempo in cui nessuna squadra ha avuto più di 4 punti di vantaggio.

Equilibrio che, improvvisamente, si spezza ad inizio ripreso. Avellino è letargica, perde in un quarto le stesse palle che aveva perso nei primi 20 minuti (6), e Reggio non facendo niente di trascendentale, scappa fino al 46-54. Thomas continua a segnare, ma dietro è un lasciapassare per tutti gli esterni reggiani, per cui Sacripanti è costretto prima a spostarlo da numero “4” e poi a panchinarlo, preferendogli Randolph, di fianco a Green e Ragland. Chiuso il terzo quarto sul 51-58, la Grissin Bon sembra in controllo ma Avellino ha lo stesso, fantastico, immenso cuore della scorsa stagione e con la difesa, la voglia e il coraggio ricuce tutto lo svantaggio. Gli ultimi 3 minuti sono al cardiopalma: tripla di Polonara per il +3, poi prima Green, poi un pazzesco lay up di Ragland mandano avanti i lupi sul 71-70 con 17 da giocare. L’ultimo attacco è di Reggio, Avellino difende alla morte, ma una distrazione di Thomas a rimbalzo, permette a Polonare di subire fallo e convertire i liberi del sorpasso con 2 secondi da giocare. Quanti ne bastano a Ragland per riscrivere la storia, buttare fuori Reggio Emilia e prenotare un posto nella finale del primo trofeo della stagione contro Milano o Cremona.

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