ROMA – In cartellone all’Eliseo di Roma il 28 marzo vedremo Asia Argento in un nuovo ruolo teatrale, come Nicole Kidman in “Photograph 51” – spettacolo andato in scena nel 2015 -, Asia Argento si ritroverà così a interpretare la scienziata britannica che fotografò per prima la doppia elica del Dna. Avremo modo di vederla recitare nella pièce “Il segreto della vita”, di Anna Ziegler, diretta da Filippo Dini che, con Gianluca Gobbi, affiancherà l’attrice sul palcoscenico.
La Trama
La grande Storia è la scoperta della struttura del DNA e il piccolo straordinario racconto degli ultimi anni di vita della scienziata Rosalind Franklin. Ci troviamo di fronte ad uno degli avvenimenti più sconvolgenti e controversi nella storia del pensiero e delle conoscenze scientifiche. Tutta l’umanità si inchina e si compiace in un unico trionfale applauso nei confronti dei grandi scienziati che sono riusciti a decifrare quello che comunemente era definito il segreto della vita.
La vicenda, tuttavia, fu tutt’altro che epica e nobile. I personaggi coinvolti in questa scoperta furono molti, tutti scienziati autorevoli che collaborarono in diverse fasi alla stessa ricerca, ma che furono vittime e carnefici, a seconda delle alterne fortune, delle reciproche invidie e desideri di riscatto personali. Tutti lottarono per avere un personale posto di rilievo nella Storia, ognuno con le proprie capacità e e le proprie motivazioni, talvolta anche nobili, ma sempre e comunque a discapito del sesto personaggio di questa storia, dell’unica donna di questa favola; una donna meravigliosa e detestabile, una persona limpida e contraddittoria, ambiziosa e vigliacca, una donna fuori dalle umane catalogazioni e impossibile da raccontare: Rosalind Franklin.
Il suo merito fu quello di fotografare un campione di DNA con una tecnica delicatissima e complessa che sfruttava la diffrazione a raggi X. In particolare, la fotografia numero 51 riuscì ad immortalare in modo più nitido la X della doppia elica del DNA. Un grande dono che Rosalind fece alla scienza, all’umanità e a se stessa.
L’ambiziosissimo James Watson, con la complicità del suo collega Francis Crick, sfruttò la fotografia per costruire un modellino del DNA, passando alla storia come il vero responsabile della grande scoperta, vincendo anche il Nobel, nove anni dopo, quando ormai la povera Rosalind era già prematuramente scomparsa all’età di 37 anni.
Nel corso della pièce, i personaggi saltano continuamente da un presente, che non è definito, ad un passato, che è quello del ricordo, quello delle scene, in cui la vicenda della scoperta del DNA si interseca con la storia di Rosalind.
Le scene, quindi, si alternano con i commenti e le dissertazioni dei personaggi al presente, in un continuo susseguirsi di immagini che risultano distorte, non verosimili o non coerenti a giudizio della nostra logica educata, ma che inevitabilmente contribuiscono ad arricchire e a comporre quel film, o quel sogno, che lentamente si srotola sereno e perfettamente compiuto nella nostra mente
«Non pensavo sarei tornata a recitare – ha spiegato alla stampa l’attrice, figlia di Dario Argento e Daria Nicolodi – Avevo deciso di smettere e dedicarmi solo ai miei figli e alla regia… Ancora meno pensavo di debuttare in teatro e su questo palcoscenico, dove venivo a vedere mia madre trasformarsi in altri personaggi».