Il decreto Rilancio del governo Conte prevede una spinta propulsiva al comparto edilizio mediante il lancio dell’ecobonus, denominato poi Superbonus 110%.
Il Superbonus 110% è stato promosso dal governo come ulteriore manovra di sostegno ai cittadini Italiani. Il Bonus edilizia è rivolto a tutti i proprietari di case singole o in condominio che necessitano di lavori volti ad elevare l’efficientamento energetico delle proprie abitazioni.
La norma é più che generosa, sia per quanto riguarda la percentuale di detraibilità delle spese (110%), che per le modalità di esecuzione dei lavori, che potrà essere affidata, tramite cessione del credito a imprese o istituti di credito.
Pertanto ci sarà l’opportunità di eseguire lavori a costo zero per ristrutturazione ed ammodernamento di singole case o condomini. Gli interventi coperti dal credito d’imposta sono: il cappotto termico, che deve coprire più del 25% della superfice lorda dell’abitazione) e gli interventi sulle parti comuni degli edifici per la sostituzione degli impianti termici con impianti centralizzati, a condensazione o fotovoltaici.
Dal 15 ottobre e’ possibile esercitare l’opzione necessaria per eseguire la cessione del credito a terzi o per lo sconto in fattura delle spese sostenute nell’anno 2020. Inoltre da quella data sono in vigore specifiche tecniche per la trasmissione telematica della pratica.
C’è un gran fermento di iniziative da parte dei proprietari di case, dei tecnici, a cui e’ demandato il compito di fornire certificazioni e computi metrici, e degli amministratori dei condomini interessati ai lavori. A tal proposito abbiamo interpellato due tra gli addetti ai lavori, un geometra e un amministratore locali, per poter fare il punto della situazione riguardo all’incipiente rivoluzione edilizia.
Con il Superbonus 110% il cittadino può ricevere un’agevolazione fiscale del 110%, qualora vengano eseguiti interventi di ristrutturazione ad abitazioni o condomini al fine di aumentarne l’efficienza energetica o che ne riducano il rischio sismico.
Al geometra Vincenzo Gallo, appartenente al Collegio dei Geometri della provincia di Avellino, nonché al Consiglio di Disciplina territoriale, chiediamo:
Quali sono le procedure tecniche per accedere al superbonus 110% ed avviare l’iter dei lavori?
Per avviare la pratica di accesso al superbonus 110% è necessario un preventivo sopralluogo per la verifica delle condizioni dell’abitazione, segue l’analisi energetica dell’intero edificio con redazione APE ANTE intervento e APE POST intervento; successivamente si redige un computo metrico ed uno studio di fattibilità che il tecnico andrà ad asseverare.
Quindi non basta un preventivo di massima dei lavori da effettuare?
Certamente no, l’analisi energetica comporta la verifica dello stato degli impianti e la conoscenza stratigrafica degli elementi costituenti l’involucro edilizio, sulla base del quale si svilupperà le analisi dei costi basati sui prezzari regionali/ nazionali, oltre a verificare la presenza o meno di opere abusive
Quali sono le criticità emerse nelle riunioni condominiali, a cui Lei certamente ha partecipato?
I condomini, in base all’eco degli annunci pubblici che parlano di lavori a costo zero, spingono per la realizzazione immediata degli stessi minimizzando la complessità delle pratiche che invece vanno istruite con meticolosità; inoltre gli stessi si mostrano restii ad anticipare somme per gli oneri tecnici, anche se le stesse saranno recuperate in toto dai condomini con l’attuazione degli interventi.
Come possono le Imprese locali eseguire i lavori con uno sconto immediato in fattura?
Per le micro e piccole imprese è impossibile anticipare ai clienti l’intero ammontare del beneficio fiscale riconosciuto dallo Stato. Sul tale meccanismo dello sconto in fattura anche l’Autorità Antitrust si è espressa in più occasioni sottolineando che rappresenta uno strumento distorsivo della concorrenza. Le piccole imprese saranno costrette a rivolgersi agli Istituti Finanziari, ma a quali condizioni? Ci sarà un controllo dello Stato su queste operazioni?
Si ha l’impressione che il contributo esteso al 110% sia fin troppo generoso, se pensiamo che lo Stato incamererà meno introiti come imposte.
Effettivamente il contributo è molto vantaggioso, ma servirà a mettere l’Italia, a livello di infrastrutture edilizie, a livello delle nazioni più avanzate rispettando nello stesso tempo i parametri di sostenibilità ecologica ed ambientale. Ad esempio con il rinnovo dei sistemi di riscaldamento si realizzerà un risparmio energetico del 30% che non è trascurabile e che si apprezzerà negli anni. In secondo luogo con questa iniziativa si smuoverà tutto il comparto edilizio che beneficerà in termini di occupazione e, trattandosi di settore che soffre da anni, questo può essere un toccasana.
Ci rivolgiamo ora a Vincenzo Cuoco, amministratore di condominio aderente all’Unai, che cura la gestione di diversi stabili
Lei sicuramente è’ stato coinvolto dai condomini motivati ad usufruire del superbonus 110%; che idea ha della procedura in atto?
In effetti c’è un gran movimento in proposito, ma non tutti hanno le idee chiare: i condomini hanno fretta di realizzare i lavori, ma siamo in attesa di una normativa chiara in materia da parte governativa. La fretta nella fase istruttoria potrebbe far commettere degli errori che possono comportare ammende o anche restituzione delle somme indebitamente spese; oltretutto possono scaturire controversie legali e contenziosi che certo non giovano ai condomini.
Come si stanno comportando banche e imprese, che pure hanno un ruolo strategico nel Superbonus edilizio, essendo le possibili destinatarie della gestione del credito?
Le grandi imprese si sono rese disponibili e stanno facendo incetta di incarichi e reclutando personale sul territorio; per le piccole e micro imprese, che non hanno un fatturato importante è impossibile anticipare ai clienti l’intero ammontare del beneficio fiscale riconosciuto dallo Stato. Sul tale meccanismo dello sconto in fattura anche l’Autorità Antitrust si è espressa in più occasioni sottolineando che rappresenta uno strumento distorsivo della concorrenza. Le piccole imprese saranno costrette a rivolgersi agli Istituti Finanziari, ma a quali condizioni? Ci sarà un controllo dello Stato su queste operazioni? Le banche dal canto loro si sono dichiarate disponibili, ma per ora hanno solo fissato i costi di intermediazione a loro favore.