Stampare organi in 3d perfettamente riprodotti anche nelle anomalie? Impossibile! Questa sarebbe stata sicuramente la risposta se una decina di anni fa vi avessero prospettato un futuro medico cosi all’avanguardia. Vite umane salvate grazie all’utilizzo di una stampante 3d? Prima vi sareste meravigliati della stampa in 3D, roba fantascientifica anche per la fantascienza, figuriamoci per gli esseri umani. Poi, ricreare organi del corpo umano per simulare ed allenarsi pre-intervento? Impossibile. Forse tra 50 anni. Fortunatamente non ci sono voluti cosi tanti anni, ma molti di meno, il progresso tecnologico cresce a ritmi impressionanti, a beneficiarne maggiormente è proprio la branchia della medicina più delicata, quella della chirugia. Ogni mese assistiamo ad interventi miracolosi ed incredibili, la soddisfazione più grande è che in questo campo l’Italia è tra le protagoniste assolute. Il primo trapianto di cuore bionico ad esempio è made in italy, cosi come il primo cuore magnetico, ma sarebbero tanti gli esempi di operazioni prodigiose realizzate da medici e ricercatori italiani.
Grazie alla stampa in 3d
Questa volta ad aiutare i chirurghi italiani e salvare una bambina di 3 anni di Massa Carrara, è stata una stampante in 3d. Medici e tecnici di settore hanno realizzato attraverso una stampante che riproduce oggetti in 3 dimensioni, un cuoricino in plastica morbida, identico a quello “malato” della bambina. La piccola infatti, è stata colpita dalla nascita dalla sindrome di eterotassia, ovvero con le vene del cuore incrociate e un solo atrio. Con il computer è stata ricreata la stessa anomalia per poi stamparlo in 3d, successivamente hanno studiato le tecniche possibili per rendere l’operazione chirurgica, quella vera, sicura e meno invasiva.
Sicuri dei risultati raggiunti nella simulazione, la piccola è stata operata con successo lo scorso venerdi, al momento si trova sedata in terapia intensiva, ma le sue condizioni sono in progressivo miglioramento. L’aspetto che sorprende ancora di più è stata la durata dell’operazione, all’incirca 1 ora, questo perchè, a differenza delle immagini, avere a portata di mano la riproduzione esatta dell’organo ha ridotto notevolmente i tempi.
L’operazione era molto delicata, senza la simulazione sarebbe stata molto pericolosa, – affermano i medici – «Era decisivo inserire un pezzo di tessuto dentro il cuore per dividere in due l’unico atrio della bambina e le due circolazioni delle vene cave e delle vene polmonari», «ma dovevamo individuare esattamente in quale punto operare. Grazie alla riproduzione del cuore in tre dimensioni abbiamo capito dove inserire il tessuto e quali tecniche usare».