Sindrome premestruale – Uno studio recente pubblicato sul Journal of Psychiatric Practice, afferma che la sindrome premestruale esiste davvero, è frequente e va curata in maniera tempestiva. Secondo alcune ricerche i sintomi più rilevanti , colpiscono circa il 20% delle donne. I più frequenti sono senso di gonfiore, pesantezza , dolori al seno , irritabilità, scarsissima concentrazione, stati d’ansia depressione, aggressività, alimentazione disordinata . Un’ altro sintomo molto più frequente è l’emicrania e ce ne spiega la motivazione la ginecologa Rossella Nappi del San Matteo di Pavia : «L’emicrania mestruale riguarda il 7-9% delle donne, in 9 casi su 10 si associa a sindrome premestruale severa. Intervenendo su questa si risolve anche il mal di testa, che deriva da uno squilibrio nella soglia del dolore regolata dagli oppioidi endogeni, anch’essi protagonisti del “concerto di neurotrasmettitori” che si altera con le oscillazioni ormonali». Continua la ginecologa: «La donna “disegnata” per riprodursi, oggi ha molti ruoli sostenuti grazie agli ormoni che nella maggior parte del mese la rendono efficiente e multitasking. In quelli “critici” ecco il malessere: il segnale che è il momento di tirare il fiato, per poi tornare più energiche di prima». Quali potrebbero essere eventuali rimedi per attenuare questi sintomi? Sicuramente maggiore comprensione , e non solo possono essere utili lo yoga e le tecniche di rilassamento, ma anche una buona dose di magnesio e calcio, o vitamina B6 in quanto potenzia il metabolismo della serotonina, che regola il tono dell’umore.
Il ciclo mestruale
Descrizione
Solo le femmine dei primati, compreso l’uomo, vivono il ciclo mestruale. Molti placentati e marsupiali passano invece delle fasi di estro o di calore. Il ciclo mestruale è sotto il controllo degli ormoni sessuali ed è necessario per la riproduzione. Nelle donne il ciclo mestruale si ripete con cadenza mensile dalla pubertà alla menopausa.
Durante il ciclo mestruale, il corpo della donna sessualmente matura fa aumentare le dimensioni dell’endometrio dell’utero con un progressivo aumento di estrogeni, e quando questo ormone raggiunge livelli critici viene prodotto dell’estradiolo, e poco dopo inizia la stimolazione delle ovaie per mezzo dell’ormone FSH (Follicle Stimulating Hormone), e dell’ormone luteinizzante LH. I follicoli iniziano a crescere e dopo qualche giorno uno di loro matura in un ovulo a causa di un processo di feedback negativo. A quel punto le ovaie rilasciano un ovocita (o eventualmente più di uno, nel caso in cui ci sia una doppia emissione di ovociti durante l’ovulazione, e in questo caso si hanno dei gemellieterozigoti, o gemelli non identici, in caso di fecondazione; gemelli identici, o monozigoti, si hanno da un singolo ovulo, attraverso la mitosi di uno zigote in due zigoti differenti). Le cellule della granulosa e della teca che precedentemente proteggevano l’oocita, ora si trasformano in corpo luteo, ricco di proteine e grassi, che ha la funzione di continuare la produzione di estrogeni e progesterone nei primi tre mesi di gravidanza (in seguito questo ruolo viene assunto dalla placenta). Il rivestimento dell’utero, l’endometrio (mucosa uterina), si inspessisce fino a 2–3 mm in seguito ad un aumento degli estrogeni. Dopo l’ovulazione, questo rivestimento cambia per prepararsi al potenziale concepimento e impianto dell’uovo fecondato per dare il via a una gravidanza (si inspessisce fino a 5–6 mm, si arricchisce di capillari e di depositi di lipidi e glicogeno grazie allo stimolo delprogesterone). L’ormone progesterone cresce dopo l’ovulazione e raggiunge il picco poco dopo.
Se la fecondazione non avviene, l’utero si libera del rivestimento culminando con le mestruazioni, che segnano il punto minimo per l’attività degli estrogeni. Questo si manifesta al mondo esterno nella forma del “mestruo”: parte essenziale dell’endometrio e prodotti sanguigni che escono dal corpo attraverso la vagina. Sebbene questo sia comunemente definito come sangue, differisce nella composizione dal sangue venoso. I cicli mestruali si contano dall’inizio della mestruazione, poiché questo è un segno esteriore che corrisponde da vicino al ciclo ormonale. Il mestruo, o lo spurgo o altri segni mestruali possono terminare in diversi punti nel nuovo ciclo.
L’uso comune si riferisce alle mestruazioni (dal latino mensis, mese, ovvero che si verificano una volta al mese) come un “ciclo”. Solitamente indica che una donna non è incinta, ma si può verificare la presenza di perdite anche nelle prime fasi della gravidanza, chiamate false mestruazioni. Queste differiscono dall’effettivo ciclo mestruale in quanto sono perdite minori del solito; talvolta questa differenza può non essere notata. Durante gli anni fertili, la mancanza di mestruazioni fornisce la prima indicazione alla donna sulla sua possibile condizione.
Le mestruazioni formano una normale parte di un processo ciclico naturale che si svolge nelle donne sane tra la pubertà e la fine della fertilità. L’inizio delle mestruazioni, conosciuto come “menarca“, avviene attorno ai dodici anni. Fattori quali l’eredità, la dieta e soprattutto la salute possono accelerare o ritardare il menarca.
La condizione di pubertà precoce è causa del sopraggiungere delle mestruazioni in bambine di soli 8 anni. Alcune donne hanno il loro primo ciclo nella tarda adolescenza, che è il periodo dell’accrescimento della statura. L’ultimo periodo, la menopausa, solitamente sopraggiunge tra i 45 e i 55 anni. Variazioni di questo schema necessitano di cure mediche. L’amenorrea si riferisce alla prolungata assenza del mestruo durante il periodo fertile di una donna per ragioni diverse dalla gravidanza. Per esempio, le donne con pochissimo grasso corporeo, come le atlete, potrebbero cessare di mestruare. La presenza di mestruazioni non prova che l’ovulazione abbia avuto luogo: le donne che non ovulano possono avere cicli mestruali. Questi cicli anovulari tendono ad avvenire con minore regolarità e mostrano una maggiore variazione nella lunghezza del ciclo. Inoltre, l’assenza delle mestruazioni non prova che la fecondazione sia avvenuta poiché la mancata produzione dell’ormone in donne non incinte può sopprimere in certe occasioni il flusso mestruale.