Ma la Poker mania che fine ha fatto? Dal 2006 al 2014, televisioni locali, nazionali, giornali, e soprattutto internet erano inondati dalla mania del Poker, nella sua variante più conosciuta, il Texas Hold’Em.
Dove, ogni giocatore seduto al tavolo verde riceve due carte coperte, altre 3 vengono rese visibili a tutti, si inizia con il giro di puntate, rilanci e contro-rilanci, successivamente la situazione si ripete in altre due occasioni, quando il Dealer (distributore di carte), svela una quarta carta (Turn) e l’ultima carta (River). La mano si conclude con lo showdown, dove tutti i partecipanti mostrano il loro punto. Per una spiegazione più dettagliata, consultate wikipedia.
Il boom del poker e l’effetto Moneymaker
Nei primi anni 2000 con la diffusione di internet, nascono le prime piattaforme di Poker online, dove comodamente seduti sul proprio divano era possibile sfidare avversari di tutto il mondo, rischiando di vincere o perdere soldi reali. Una diffusione che, anche se molto lentamente stava coinvolgendo anche l’Europa e l’Italia.
Il Poker negli Stati Uniti si è sempre giocato in maniera seria, considerato come uno sport, con campioni veri, e tornei più o meno ufficiali. L’evento per eccellenza dedicato al Poker sono le WSOP, una sorta di campionato del mondo, dove migliaia di pokeristi da tutto il globo si sfidano nelle tantissime varianti del gioco. L’esplosione del Texas Hold’Em nasce proprio durante l’evento principale delle WSOP, il Main Event.
Era il 2003, ed uno sconosciuto, con un investimento di soli 39 dollari, riesce a vincere (giocando online) un torneo che gli garantisce la partecipazione come (qualificato online) all’evento principale delle Wsop. Come accade nelle favole, dopo 3 giorni di puntate e rilanci, riesce a battere 839 giocatori, portandosi a casa il bracciale del vincitore, oltre che il primo premio da 2,5 milioni di euro. Il suo nome è, Christopher Bryan Moneymaker, l’uomo che ha cambiato il poker. La sua vittoria è stata così determinante nella diffusione del gioco online, in maniera particolare del Poker, che all’epoca venne coniata la parola “effetto Moneymaker”.
La vittoria di Moneymaker scoperchiò il vaso di pandora, tante aziende annusarono l’affare e si lanciarono nel mondo del poker online. Nascono centinaia di piattaforme online, e come uno tsunami, milioni di persone si lanciano in questa nuova avventura, con la speranza di diventare ricchi come Moneymaker. Quando scriviamo milioni, non si tratta di cifre a caso solo per essere cool. Una ricerca Australiana ha determinato che negli ultimi 10 anni oltre 900 milioni di persone nel mondo, almeno una volta ha giocato a Texas Hold’Em.
Inizia l’epoca d’oro del Poker, che a sua volta si tira dietro altre tipologie di giochi. Nascono infatti piattaforme di Casino Online, giochi online, sport virtuali online, Gratta e vinci, Bingo, insomma lasciate spazio all’immaginazione.
Il Poker online genera miliardi di profitti
Il poker diventa una macchina da soldi senza precedenti, capace di generare decine di miliardi di dollari ogni anno. Inizia a nascere la figura del pokerista professionista, sponsorizzato, emergono talenti come gli americani Phil Ivey, Phil Hellmuth, Daniel Negreanu. Gli Italiani Luca Pagano, il giovanissimo Dario Minieri, il primo vincitore di un braccialetto alle Wsop Max Pescatori. Di grandi pokeristi ve ne sono a centinaia, sarebbe impossibile elencarli tutti. In Europa nasce inoltre l’European Poker Tour (Ept), una sorta di campionato europeo del poker a tappe, organizzato dalla più famosa piattaforma di Poker al mondo, Pokerstars. Un ulteriore spinta ad un mercato ormai in piena espansione. Forum, trasmissione televisive, social, nell’arco di 10 anni Texas Hold’Em diventa la moda più diffusa, tanto che sui motori di ricerca risulta essere per 4 anni di fila la parola più cercata.
Come può essere demolito un mercato cosi Florido come quello del Poker?
Dunque, come è possibile che un mercato enorme come il Poker stia finendo, ed in alcuni casi sia già finito nell’oblio? Cosa è accaduto di così importante dall’essere passati da room di poker Italiane con decine di migliaia di utenti connessi a tutte le ore, alla chiusura? Oggi soprattutto in Italia, sono giusto un paio le room che riescono a sopravvivere, per il resto è tabula rasa.
Di chi è la colpa? I governi Europei che hanno limitato la diffusione dei .com, limitando il mercato di una grande percentuale? Qualche scandalo pokeristico americano (Full Tilt Poker) che ha gettato fango su tutto il sistema? O forse più semplicemente gli utenti si sono resi conto che, di Poker non si vive? Bhe probabilmente questa è l’ipotesi più probabile, e purtroppo la più drammatica. L’effetto Moneymaker, ha generato delle aspettative troppo grandi, tutti, ma proprio tutti si sono convinti di poter cambiare vita giocando e vincendo a poker.
D’altronde era, ed è possibile giocare anche con pochi euro, ed oggi, in molti si sono resi conto che è solo illusione. Un euro, che a fine giornata diventavano 10, 20, 100, senza rendersene conto. Chiaramente la colpa non è mai del mezzo messo a disposizione, in questo caso il Poker online, ma dei soggetti stessi che non sono capaci di dire basta, di gestire in maniera oculata il proprio budget e fermarsi quando si è andati oltre. Intere famiglie si sono rovinate per questi motivi, ma in questo caso non si tratta solo del Poker, non deve chiaramente essere la causa di tutti i mali, anche un semplice “gratta e vinci” può generare lo stesso effetto negativo.
Dunque il poker di piazza, quello giocato da tutti, è ormai “morto”, i fish (giocatori mediocri) si sono arresi all’evidenza delle loro incapacità e hanno chiuso i battenti. Da un certo punto di vista, magari romantico, è anche un bene che sia andata così, il Poker nasce come un gioco nobile e strategico, ed è stato avvilente per molti anni vedere all-in preflop con 7 e 2. Il poker è morto, viva il poker.