Per gli Avellinesi niente festa promozione, solo stangate su parcheggi e mobilta’; intanto entra nel vivo la bagarre elettorale

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La risalita della squadra in serie C ha suscitato un momento di gioia nella popolazione avellinese, non tanto per la categoria conquistata, in quanto la citta’ e’ abituata a ben altre platee, ma per il modo in cui il traguardo e’ stato conseguito, cioe’ a seguito di una rincorsa entusiamante dopo le alterne fasi iniziali dovute al cambio di mentalita’ e alla conduzione da parte del primo allenatore, tanto burbero quanto inefficace. Ma il ritorno da Rieti, ove e’ andato tutto bene grazie a Dio, anche l’assalto dei seimila tifosi, li ove vi era l’agibilita’ad ospitarne solo la meta’.

E’ andata bene dicevamo in quanto gli spalti dello stadio Centro d’Italia Manlio Scopigno hanno letteralmente tremato sotto il peso di una capienza esagerata e con l’incombente pericolo di crollo di una tettoia traballante. La festa in piazza Liberta’ e’ ststa negata per motivi di ordine pubblico (a seguito degli incidenti di Torino ove restarono contuse 1.500 persone , mica poche!) ma ci saranno a disposizione tutte le domeniche della prossima annata calcistica allo stadio Partenio per festeggiare una categoria, che e’ ostica da sempre, ma che De Cesare e Company sapranno affrontare nel migliore dei modi.

Piuttosto e’ l’entrata in vigore dell’ordinanza su parcheggi e mobilita’che arreca malinconia. La circolazione a targhe alterne creera’ disagio ma se contribuira’ a migliorare la qualita’ dell’aria ben venga. Ma la sosta a pagamento anche all’ora di pranzo e nella fascia serale comportera’il diminuire del via vai di gente nelle strade centrali, e cio’ sara’ negativo sia per lo shopping che per la passeggiata serale o la degustazione di un gelato. Chi viene dalla periferia optera’ piu’ facilemente per le vicine Mercogliano o Atripalda ed il Capoluogo con il suo salotto buono (Corso Vittorio Emanuele) ci perdera’. L’esigenza di far cassa a tutti i costi non sempre arreca vantaggi, e cosi’ succede che il comune di Atripalda rischia di restituire con gli interessi buona parte del “bottino”(un milione di euro) per irregolarita’ dei dispositivi autovelox adottati.

Tornando al capoluogo, quanta strada ha da fare questa citta’, ostacolata da mille cantieri aperti da una vita ed oppressa da una procedura di predissesto che la accompagnera’ per molti anni. Eppure le persone candidate ad amministrarla sono tante, un esercito di cinquecento aspiranti e piu’ agestire la cosa pubblica. I due condottieri che hanno allestito ben quattro liste hanno avuto bisogno di altrettante uscite pubbliche per presentare alla cittadinanza i loro soldati.

Ed esattamente come un anno fa alcuni di essi hanno puntato sulla quantita’, si sono presi l’onere di allestire truppe di 150 candidati, molti dei quali fungono da portatori d’acqua a un mulino che di acqua ormai ne ha poca. In ogni caso c’e’ un grosso fermento, un tantino inferiore numericamente rispetto agli anni scorsi, ma ugualmente massiccio perche’ la voglia di candidarsi ha coinvolto tanti e tanti. Altri esponenti sapendo di costituire una nicchia corrono per ideologia, pochi invero, convinti di poter in ogni caso anche dall’opposizione, dare un contributo alla citta’. E poi c’e il gruppo degli avventurieri i quali son convinti che partecipando ai giochi politici, qualcosa sempre si guadagna, fosse pure solo visibilita’.

E tornando al calcio, molti capilista anche sull’onda euforica della promozione in serie C, hanno pensato male di prometter pubblicamente un nuovo stadio. Tale promessa potra’ anche fruttare qualche voto dalla massa dei tifosi, ma ci sembra una pessima idea, primo perche’ lo stadio non e’ vetusto ed ancora sovradimensionato per la categoria che andiamo ad affrontare; poi perche’ nell’ordine delle cose urgenti da fare, come la chiusura dei tanti cantieri aperti, non puo’ costituire certo una priorita’. Semmai si potra’ pensare a vendere la struttura (non a svenderla!) magari al De Cesare incassando una bella cifra e non avere l’onere di farsi pagare un canone piu’ volte rimasto inevaso gli anni scorsi.

Tornando alla politica, esaurita la prima fase, quella della presentazione delle liste, ora e‘ il turno dei partiti maggiori a far da passerella in vista delle consultazioni europee. Ha iniziato il leader della Lega Salvini che ad Avellino ha trovato ad attenderlo un nutrito gruppo di ammiratori, ma anche di curiosi e qualche contestatore a cui e’ stata tolta la parola, ed a Salerno anche il telefonino, da un servizio d’ordine desideroso di far bella figura al cospetto del Ministro dell’Interno!

Anche Bersani e’stato accolto da una sala gremita, all’interno della quale egli si e’ barcamenato a declamare impegno solidale per l’Europa e ad implorare, appello rivolto alla sinistra cittadina, un’unita’ che proprio nel Capoluogo irpino latita, dato che il centro sinsitra si presenta con tre liste. In questi giorni i contendenti affileranno le armi di modo che nell’ultima settimana ci sara’ il finale del primo round, poiche’ i sondaggi danno per scontato un rinvio al ballottaggio per la vittoria e la proclamazione del prossimo sindaco della citta’.

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